In Puglia e Basilicata
emergenza
12 Maggio 2022
Redazione online
BARI - «Basta sottovalutazioni, basta chiacchiere e basta usare l’Ilva per le campagne elettorali. Devono dire in modo esplicito se vogliono chiudere lo stabilimento. E poi ci dicano pure come intendono risolvere il problema ambientale e occupazionale, perché uno stabilimento chiuso non si risana da solo ma ha bisogno di tanti fondi». Lo ha detto il segretario generale della Uilm nazionale, Rocco Palombella, a margine del XVI congresso della Uilm di Bari.
«L'Ilva - ha detto Palombella - è una cosa troppo importante per l'ambiente e per i posti di lavoro. Sono passati quasi 10 anni dalla confisca dello stabilimento. In dieci anni hanno fatto diversi decreti ma nessuno si è assunto la responsabilità di dichiarare quello che vogliono fare». «Noi ovviamente - ha aggiunto il segretario - siamo per il rispetto dell’ambiente e per il mantenimento dello stabilimento per salvaguardare i posti di lavoro, ma se questo non sarà, lo devono dire subito, non si possono nascondere dicendo che quello stabilimento deve essere decarbonizzato. La realtà è che quello stabilimento è stato venduto a un gruppo straniero con un compito specifico. Forse all’inizio aveva qualche idea di continuare a produrre e rimanere sul mercato italiano, ma adesso la situazione è chiara: loro non hanno nessun interesse a produrre. L’unico obiettivo che hanno è inserirsi in una cordata per fare con i fondi pubblici i forni elettrici oppure chiudere lo stabilimento».
«Mettere 3.000 lavoratori in cassa più 1.700 dell’Ilva in amministrazione straordinaria senza che il governo muova una foglia e non convochi le organizzazioni sindacali è una cosa terribile in questo momento. È un governo assente completamente». Lo ha detto il segretario generale della Uilm nazionale, Rocco Palombella, a margine del XVI congresso della Uilm di Bari.
«Noi non abbiamo sottoscritto la cassa integrazione per dare un messaggio forte: non siamo il sud che chiede assistenza e chiede cassa integrazione - ha spiegato - , noi chiediamo lavoro dignitoso. Questa è la nostra posizione e attendiamo ancora risposte. Ieri abbiamo fatto partire l'ennesima lettera con richiesta di convocazione, ma anche questa volta io penso che il governo non ci risponderà, perché ci sono troppe scadenze immediate, una è quello elettorale delle amministrative. Vuol dire - ha concluso il segretario - che ogni volta che si discute di problemi così importanti c'è sempre una campagna elettorale di troppo».
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