TARANTO - La San Cataldo Container Terminal, società controllata dal gruppo Ylport a cui è affidata la gestione del terminal del porto di Taranto, ha consegnato il nuovo piano industriale chiesto dall’Autorità di sistema portuale del Mar Ionio con l’indicazione delle attività che la società intende sviluppare nei prossimi due anni. La documentazione era attesa dopo la diffida dell’Authority del febbraio scorso in merito ai volumi di traffico del terminal che attualmente non rispettano il contratto di investimento. Da quello che si è appreso, la società ha ribadito le difficoltà che ha dovuto affrontare anche a causa della pandemia e ha spiegato di poter adempiere agli impegni iniziali nel giro di 24 mesi. Ma per i sindacati è come se si tornasse al punto di partenza e, spiega il segretario territoriale della Uiltrasporti Carmelo Sasso, «non ci convincono i numeri dell’occupazione». L’assorbimento dei lavoratori ex Tct sarebbe vincolato anche al completamento delle opere infrastrutturali e, in particolare, alla realizzazione del dragaggio.
L’Autorità di sistema portuale già ieri mattina ha incontrato le organizzazioni sindacali «che avvieranno - spiega una nota - le azioni di propria competenza. A valle di una breve istruttoria, il dossier prodotto dalla San Cataldo Container Terminal sarà portato all’attenzione del Comitato di Gestione dell’Ente per le competenti valutazioni e decisioni in materia».
I termini della concessione potrebbero essere rivisti, ma nei prossimi giorni sarà comunque fatta una valutazione complessiva. Dopo la diffida c’era stata una parziale schiarita l’11 aprile scorso durante un incontro tra il presidente dell’Authority Sergio Prete e i vertici della società concessionaria, compreso Robert Yuksel Yildrim, Chairman e CEO di Yilport Holding, alla presenza dei sindacati di categoria. In quella sede fu sancito un rinnovato impegno da parte della società San Cataldo Container Terminal (Scct) con un rimando alla presentazione del nuovo piano industriale. Nella sua diffida il presidente Prete contestava inadempienze sia per il traffico (al di sotto degli obiettivi fissati) che per gli investimenti (effettuati parzialmente rispetto agli impegni).
La concessione del terminal si riferisce a un milione di metri quadrati di aree portuali e a 1800 metri della banchina del molo polisettoriale. Prete aveva fatto rilevare alla San Cataldo Container Terminal che i volumi di traffico sono inferiori a quelli previsti dal piano industriale della concessione, stipulata a fine luglio 2019 per 49 anni, e agli investimenti che la società si era impegnata a fare.
Yilport ha dichiarato che il Covid 19 ha avuto un impatto negativo sull’attività del terminal nei primi due anni della concessione. «Ad oggi - è stato precisato - il terminal è operativo con 7 gru di banchina, 16 RMG, 15 ralle portuali e 2 locomotive. Nel terminal sono inoltre in uso due magazzini ristrutturati ed un’officina. A partire dall’1 luglio 2022 il primo treno sarà operativo nel terminal».
L’Autorità portuale si occuperà delle operazioni di dragaggio che consentiranno il pescaggio fino a -16.5 m. Sono stati quindi fissati «nuovi target» da parte di Yilport nell’ambito di un piano operativo revisionato che ora è sottoposto all’attenzione dell’Autorità di sistema portuale. La società concessionaria annunciava «un vero e proprio reset per San Cataldo Container Terminal a Taranto dopo 8 anni di inattività del terminal».
Intanto, ieri mattina, alla presenza di don Ezio Succa, cappellano del porto si è svolta la cerimonia di benedizione della targa commemorativa (donata dal decano degli Agenti Marittimi, Valentino Gennarini) dedicata agli operai morti sul lavoro nell'area portuale. È stata installata al primo sporgente del porto.