Il caso
Taranto, pressing su Mittal per il reintegro del dipendente licenziato dopo post su Fb
Cristello: 'Non chiedo scusà. Invitalia entra nel capitale Ilva'
TARANTO - Nel giorno in cui lo Stato è entrato ufficialmente nella compagine societaria per la gestione dell’ex Ilva, ArcelorMittal ha aperto al reintegro di Riccardo Cristello, l’impiegato licenziato per aver condiviso su Facebook un post, ritenuto denigratorio, che invitava alla visione della fiction «Svegliati amore mio» sulle conseguenze sanitarie e ambientali delle emissioni di un’acciaieria. Decisivi si sono rivelati il pressing del Ministero del Lavoro, l’appello trasversale del mondo politico e di esponenti del mondo della cultura, dello spettacolo e della giustizia e la mobilitazione dell’Usb, che ha promosso lo sciopero di oggi con sit-in davanti alla direzione dello stabilimento. Il lavoratore, accompagnato dall’avv. Mario Soggia, questa mattina è stato ricevuto dal responsabile del Personale Arturo Ferrucci, al quale ha ribadito le sue ragioni. «Sono uscito prima - ha spiegato successivamente Cristello ai giornalisti - perchè non mi stavo sentendo bene. Non c'è da chiedere scusa perchè non ho offeso nessuno, non è mai stata mia intenzione e l’ho ribadito. Secondo me ci sono i presupposti per trovare una soluzione e da parte mia c'è massima disponibilità a tornare sul posto di lavoro».
Al lavoratore l’azienda ha contestato il venir meno del rapporto di fiducia e degli obblighi di correttezza per aver condiviso un post che invitava alla visione della fiction Mediaset con Sabrina Ferilli nel ruolo di una mamma che denuncia l'inquinamento di una fabbrica siderurgica ritenendola responsabile di aver provocato la leucemia che ha colpito la sua bambina. ArcelorMittal ha chiesto al legale di Cristello di riformulare e meglio precisare la giustificazioni già presentate dopo la contestazione disciplinare. «Io - ha puntualizzato l’impiegato - non ho fatto niente di male. Nè ho mai detto qualcosa contro l'azienda ma ho solo condiviso un post sulla fiction che parlava di un’acciaieria. L’azienda mi è sembrata disponibile al chiarimento. Ognuno ha esposto il suo punto di vista. Ora mi auguro di tornare al lavoro, sono fiducioso». Al presidio questa mattina si è unito anche il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci, che ha parlato di «una sceneggiata indegna», invitando ArcelorMittal a reintegrare «senza se e senza ma il lavoratore». Oggi Invitalia ha sottoscritto l’aumento di capitale di 400 milioni di euro, acquisendo una partecipazione di capitale sociale al 38% di diritti di voto pari al 50% dei diritti di voto. Il polo siderurgico Taranto cambia nome e diventa Acciaierie d’Italia. L’operazione, precisa una nota di ArcelorMittal, vuole «rilanciare e riconvertire, in chiave green, il sito siderurgico dell’Ilva, coerente con la strategia, governata dalla Commissione europea, di garantire all’Europa 'zero emissionì entro il 2050».