TARANTO - ArcelorMittal ha confermato ai sindacati, in un incontro seguito alla richiesta di informazioni dettagliate sul piano industriale quinquennale e sulle ricadute occupazionali nel siderurgico di Taranto, che la produzione per l'anno 2021 si attesterà sui 5 milioni di tonnellate d’acciaio e che nelle prossime ore, dopo la ripartenza di Acciaieria 1 nei giorni scorsi, è previsto l’avvio dell’Altoforno 2.
Lo riferiscono le segreterie Fim, Fiom, Uilm e Usb, spiegando di essersi «rese disponibili ad un confronto sull'utilizzo dell’ammortizzatore sociale, che non può continuare - sostengono - ad essere la cassa integrazione con causale Covid 19, in quanto il piano industriale prevede un periodo di attuazione di 5 anni».
Inoltre, le sigle metalmeccaniche hanno «espresso la volontà di proseguire il confronto soltanto se sarà garantita un’integrazione salariale al reddito per i lavoratori in cassa integrazione e che la stessa trattativa coinvolga tutti i soggetti in campo, ovvero ArcelorMittal, Invitalia e governo».
Infine, i sindacati considerano «fondamentale avere delle certezze dal Governo in merito ai lavoratori di Ilva in As che tutt'oggi - concludono - sono garantiti dalla clausola di salvaguardia occupazionale».