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Taranto, nasce lo slow food della cozza: la biodiversità riparte dal mare

 
Redazione online

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Taranto, nasce lo slow food della cozza: la biodiversità riparte dal mare

Il presidente Petrini: «Altre città seguano l’esempio del capoluogo jonico»

Lunedì 28 Dicembre 2020, 16:59

TARANTO - Taranto resiliente, modello Slow per le città del 2050. «Se il capoluogo ionico svolta svolta, può farlo tutto il Paese». Ad affermarlo è Rinaldo Melucci, sindaco di Taranto. L’occasione è stata la conferenza “Le città che cambiano: Taranto e i nuovi ecosistemi per la resilienza urbana”, organizzata insieme a Slow Food nell’ambito di Terra Madre Salone del Gusto 2020, in cui sono stati confrontati modelli di città che, proprio a partire dalle difficoltà, sono rinate, come Bogotà o Bilbao, puntando su educazione e cultura, sostenibilità e bellezza.

«In questi giorni avremmo dovuto incontrarci in Puglia in occasione di Terra Madre Taranto, ma la pandemia ce lo ha impedito. Questa conferenza è. quindi, un percorso che ci porterà nel 2021 alla prima edizione dell’evento voluto dal Comune di Taranto e da Slow Food per vivere e raccontare la straordinaria biodiversità di Taranto, città al centro dei progetti di Slow Food Puglia», ha raccontato Piero Sardo, presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità onlus, introducendo il dibattito.

«È arrivato il momento per Taranto di raccogliere una sfida importante: diventare laboratorio nazionale di sperimentazione per l’utilizzo dei programmi italiani ed europei, come l’attualissimo Next generation Eu. Dal 2017 lavoriamo per sviluppare un modello che risponda all’Obiettivo 11, città sicure, inclusive, resilienti e sostenibili, dell’Agenda 2030 dell’Onu, recuperando le radici legate al porto, al mare, all'enogastronomia. Abbiamo racchiuso le nostre idee in Ecosistema Taranto, un documento che va oltre il singolo mandato e che vincola l’amministrazione ad attuare un piano di transizione economica, ecologica, energetica, urbanistica basato su cento valori che ci indicano la via da seguire. Nell’attuazione del piano, abbiamo scelto di fare un pezzo del percorso insieme a Slow Food che, da antesignana, ci ha indicato la strada della biodiversità agroalimentare», ha continuato Melucci.

«Trasformare le città affinché diventino insediamenti umani più inclusivi e sostenibili è un’impresa impegnativa che esige nuove idee e paradigmi. Ecosistema Taranto può diventare il punto di riferimento affinché altre città inizino questo percorso virtuoso e in questi tempi incerti e difficili un esempio come quello di Taranto può essere di grande aiuto» ha evidenziato Carlo Petrini, presidente di Slow Food.

Si riparte dal mare quindi, con una delle filiere che Slow Food Puglia ha seguito sempre da vicino, quella della mitilicoltura per cui è stata creata la Comunità Slow Food della cozza tarantina. Il progetto, intrapreso insieme all’Amministrazione comunale di Taranto, porterà alla creazione del Presidio Slow Food della cozza tarantina. Un passo importante in questo percorso è stato già compiuto lo scorso 9 novembre.

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