LA SENTENZA
Mittal ha torto: il tribunale di Taranto reintegra operaio al lavoro
Il sindacato: «La sentenza è sicuramente di buon auspicio per gli altri lavoratori che attendono la chiusura della propria vertenza»
Il Tribunale del Lavoro di Taranto ha disposto il reintegro di un lavoratore escluso dal passaggio da Ilva ad ArcelorMittal, annullando la posizione in graduatoria dell’operaio, che aveva contestato i punteggi assegnati e la mancata applicazione di criteri per l’assunzione nella multinazionale. Furono oltre 2.500 i lavoratori esclusi e rimasti in capo all’Ilva in Amministrazione straordinaria. Circa mille di essi hanno poi accettato l’incentivo all’esodo. L’operaio che ha ottenuto in Tribunale il diritto all’assunzione ha avuto l’assistenza legale della Fiom Cgil attraverso l’avvocato Massimiliano Del Vecchio. Per la Fiom questo è «un risultato importante - sottolinea in una nota -. Il Tribunale era infatti chiamato a decidere della validità delle graduatorie di assunzione dei lavoratori ex ilva in As da parte della ArcelorMittal Italia, la spa che adesso gestisce il siderurgico di Taranto. Ora è stato sancito il diritto del lavoratore escluso alla assunzione e al pagamento delle differenze retributive dal 28 maggio 2019 fino alla data di effettiva assunzione». In particolare il giudice ha «ritenuto - puntualizza la Fiom - la contrarietà a buona fede delle scelte operate dall’azienda specificando che la stessa abbia adottato un criterio selettivo fumoso e di difficile riscontro a priori, che non trovava riscontro negli accordi sindacali». La sentenza «conferma - conclude il sindacato - quanto sostenuto dalla Fiom Cgil» ed «è sicuramente di buon auspicio per gli altri lavoratori che attendono la chiusura della propria vertenza».
Anche L'Usb ha presentato per conto di alcuni lavoratori del Siderurgico di Taranto rimasti in capo all'Ilva in Amministrazione straordinaria in cassa integrazione straordinaria a zero ore ricorsi contro le graduatorie relative all'attuazione dei criteri adottati da ArcelorMittal per l'individuazione degli assunti e degli esuberi. Il Giudice del Lavoro, Lorenzo De Napoli, il 22 marzo dello scorso anno, accogliendo le argomentazioni dell'Unione sindacale di base, aveva condannato per comportamento antisindacale ArcelorMittal, ritenuta responsabile di aver proceduto alle assunzioni (10.700, di cui 8.200 a Taranto) e alle dichiarazioni di esubero (2.586) dei lavoratori dello stabilimento siderurgico ex Ilva in maniera non chiara e trasparente. Il 20 maggio, allo scadere dei due mesi concessi dal giudice, l'azienda aveva consegnato ai sindacati le graduatorie con le modalità applicative del criterio delle competenze professionali e, a parità di queste, dei punteggi per l'anzianità di servizio e i carichi di famiglia. Secondo l'Usb, quelle graduatorie confermano le anomalie nella selezione dei lavoratori da assumere.