il siderurgico

Ex Ilva, operai di Taranto col fiato sospeso: allo studio il piano della nuova società

Mimmo Mazza

Laghi, ex commissario del Siderurgico, sta lavorando al nuovo soggetto societario che cercherà di dare un futuro alla fabbrica

TARANTO - L’appuntamento è fissato per domani mattina e servirà a mettere a punto le strategie di azione per da un lato regolare i conti con ArcelorMittal e dall’altro stendere un piano concreto per dare un futuro all’ex Ilva e ai suoi lavoratori. La prossima riunione dello steering committee con in videocall commissari straordinari dell’Ilva, Mef, Mise e Invitalia terrà probabilmente conto anche delle dichiarazioni rese dall’amministratore delegato di ArcelorMittal Italia Lucia Morselli l’altra sera a Porta a Porta, parole che, stando a quanto risulta alla Gazzetta, avrebbero irritato il Governo soprattutto riguardo agli esuberi previsti dalla multinazionale, esuberi dei quali secondo la Morselli l’esecutivo sarebbe stato a conoscenza già a marzo, quando fu firmata la pace giudiziaria dinanzi al tribunale di Milano. Ma se sul piano industriale toccherà a Domenico Arcuri cercare una quadra, virando con decisione sulla decarbonizzazione, sulla nuova governance e soprattutto sulle risorse necessarie per andare avanti sta lavorando Enrico Laghi, ex commissario della precedente gestione e uomo di garanzia per il Governo e le banche - banca Intesa innanzitutto - più esposte.

Nel regolamento dei rapporti di forza con ArcelorMittal un peso lo avranno gli esiti dell’ispezione allo stabilimento di Taranto, dal novembre 2018 gestito in fitto dalla multinazionale, compiuta dai commissari straordinari. L’altra mattina si è conclusa la parte relativa ai sopralluoghi, domani si aprirà quella dell’acquisizione di documenti. Il report finale non è stato ancora stilato ma il bilancio non sarebbe positivo, soprattutto riguardo la manutenzioni degli impianti che la Morselli a secondo della bisogna definisce in condizioni «criminali» (15 novembre 2019 nel corso di un incontro al Mise, con tanto di accusa al Governo di aver «preso in giro i più grandi produttori al mondo di acciaio») o (da Vespa l’altra sera) i «più belli d’Europa».

ArcelorMittal lo scorso 5 giugno ha presentato al Governo il suo nuovo piano industriale 2020-2025 che prevede una produzione di acciaio di 6 milioni di tonnellate annue, la riduzione degli occupati da 10.700 a 7.500, il differimento temporale di una serie di investimenti tra cui l’ammodernamento dell’altoforno 5, spento dal 2015, il più grande d’Europa. Sindacati e Governo hanno bocciato ripetutamente quel piano, spetta al comitato direttivo di domani ora fissare tappe e obiettivi.

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