l'emergenza
Coronavirus, sindacati: «Stop test sierologici da Asl Taranto su dipendenti Mittal: è inspiegabile»
La protesta di Uilm e Uilm Taranto: una decisione incomprensibile
«Ieri sera l’Asl di Taranto ha intimato ad ArcelorMittal di bloccare i test sierologici sui dipendenti». Lo affermano il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, ed il segretario della Uilm Taranto, Antonio Talò, giudicando «incomprensibile questa decisione.
«Nei giorni scorsi era arrivata una prima lettera con la quale si sconsigliava l’utilizzo dei test sierologici perché, contrariamente ai tamponi, non consentirebbero di fare diagnosi di malattia. Una decisione incomprensibile che va in contrasto con quanto disposto e comunicato positivamente dalla Asl di Genova per i lavoratori ex Ilva - affermano -. Ogni giorno tremila lavoratori entrano nello stabilimento e, alla luce della proroga della cig, i test diventano maggiormente importanti per tutelare la loro salute e sicurezza». Palombella e Talò sottolineano di aver «concordato con l’azienda una serie di misure per salvaguardare la salute e sicurezza dei lavoratori come i termoscanner, guanti, maschere e altri dpi. Dal 24 aprile, l’azienda aveva avviato un progetto di screening per la ricerca di anticorpi al quale i lavoratori potevano accedere gratuitamente e su base volontaria. Abbiamo salutato positivamente questa iniziativa aziendale - proseguono - che, nonostante le difficoltà, ha adottato tutti gli strumenti necessari per salvaguardare i lavoratori». Dunque, «invitiamo il Prefetto a verificare la situazione e - concludono - a far ripristinare da lunedì i test sierologici, o comunque a far predisporre dalla Asl Taranto tutte le alternative sanitarie necessarie per i lavoratori dell’ex Ilva».
FIOM CHIEDE INCONTRO ALL'ASL - «Nonostante i test sierologici non possano sostituire il test molecolare basato sull'identificazione di RNA virale dai tamponi nasofaringei secondo i protocolli indicati dall’OMS, risultano molto importanti nella ricerca e nella valutazione epidemiologica della circolazione virale, così come indicato nella Circolare del ministero della Salute del 3 aprile scorso. Infatti, il progetto avviato da ArcelorMittal prevede, in caso di risultato positivo, anche l’effettuazione del tampone». Lo sottolineano il segretario generale della Fiom Puglia e Taranto Giuseppe Romano e il coordinatore delle Rsu Fiom di ArcelorMittal Francesco Brigati in merito alla sospensione del progetto annunciato dalla multinazionale di screening per il SARS-CoV-2 mediante test sierologici per i propri dipendenti dopo le perplessità manifestate dall’Azienda sanitaria locale.
«Nello specifico, la proposta di ArcelorMittal - osservano i rappresentanti sindacali - prevedeva il coinvolgimento di un campione di lavoratori che, su base volontaria, potrà effettuare più volte il test rapid». Romano e Brigati hanno scritto al direttore generale dell’Asl Stefano Rossi e al direttore del Dipartimento di Prevenzione Michele Conversano ritenendo "necessario un incontro con le rappresentanze sindacali per fare chiarezza sull'iniziativa aziendale ed affrontare nel miglior modo possibile la cosiddetta fase due in modo da garantire una ripartenza sicura, a partire dall’applicazione delle misure restrittive per il contenimento del coronavirus».
FIM: RIPRISTINARE I TEST - «Per noi i test sierologici vanno ripristinati. L’Asl oltre al supporto, qualora ritenga che i test sierologici non siano percorribili allora metta in campo strumenti sanitari alternativi e idonei atti a garantire la sicurezza tra tutti i lavoratori che ogni mattina accedono all’interno della fabbrica». Lo sottolinea il segretario generale aggiunto della Fim Cisl Taranto-Brindisi, Biagio Prisciano, commentando la decisione di ArcelorMittal di sospendere da lunedì 4 maggio, su indicazione dell’Asl, il programma dei test sierologici per i dipendenti dello stabilimento siderurgico.
«Il progetto di screening anti Covid19 - osserva Prisciano - era stato concordato da ArcelorMittal con le organizzazioni sindacali. Nel corso delle riunioni di coordinamento per fronteggiare l’emergenza sanitaria in fabbrica, l’azienda - su proposta sindacale - aveva incominciato ad organizzare, dando avvio quindi, i test sierologici, attraverso l’ausilio di laboratori esterni, sulla base dell’adesione volontaria dei dipendenti, al di fuori dell’orario di lavoro e completamente gratuiti». Secondo il sindacalista, è «senza dubbio un’ulteriore misura preventiva che va ad aggiungersi a quelle già messe in atto fin dai primi momenti dell’emergenza Coronavirus, frutto di accordi col sindacato. L’azienda ora sta provvedendo ad avvisare i lavoratori che avevano già programmato il test per lunedì mattina. Una notizia che non agevola affatto la ripartenza». Per la Fim Cisl, «i test sierologici rappresentano un passaggio importante per le riaperture delle attività produttive, oltre a quanto previsto dai vari Dpcm, dai verbali di riunione sottoscritti, per meglio monitorare costantemente i luoghi di lavoro. Serve una svolta, e anche in fretta - conclude Prisciano - purché in sicurezza».
L'AZIENDA: DISPIACIUTI - ArcelorMittal Italia è "dispiaciuta di dover comunicare la sospensione - come da richiesta ufficiale ricevuta dalla Asl di Taranto - delle attività di screening sierologico già iniziato nei giorni scorsi per lo stabilimento di Taranto». Lo sottolinea una nota della multinazionale, la quale «conferma che le attività di screening sierologico continueranno ad effettuarsi, come già previsto, nei rimanenti siti di Genova, Novi e Milano. ArcelorMittal Italia riprenderà a Taranto le attività di screening sierologico non appena le Autorità competenti lo consentiranno». Lo screening con il test rapido su sangue venoso periferico era stato avviato da qualche giorno su base volontaria.
LE PAROLE DELLA ASL - Sui «test rapidi tra i dipendenti dello stabilimento ArcelorMittal Italia, si precisa che la sospensione disposta dal Dipartimento di Prevenzione è stata dettata nell’esclusivo interesse dei lavoratori e per la tutela della comunità. Si specifica che il progetto attivato autonomamente da ArcelorMittal era stato comunicato, ma non concordato in dettaglio in merito agli aspetti operativi e procedurali». Lo sottolineano il direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Asl di Taranto, Michele Conversano, e il direttore dello Spesal Cosimo Scarnera.
«Corre l’obbligo di disciplinare - aggiungono - il percorso informativo dei lavoratori sottoposti a test, ancorché volontari, e in particolare la gestione dei casi risultati positivi per la loro presa in carico». L’Asl conferma «la piena e totale disponibilità - osservano Conversano e Scarnera - alla valutazione congiunta delle iniziative da porre in essere, con l'obiettivo di riprendere celermente le attività e ottimizzarle in funzione della massima tutela dei lavoratori». Ci sono dipendenti che sono «risultati positivi ai primi test eseguiti" e sono stati «già presi in carico dal Dipartimento di Prevenzione della Asl che ha già programmato per lunedì 4 maggio l'esecuzione dei tamponi rino-faringei, gli unici test - conclude la nota - in grado di porre diagnosi e accertare la contagiosità per Sars-Cov-2».