Il siderurgico
Mittal, azienda rassicura sui pagamenti. Emiliano: accordo raggiunto. Depositata istanza proroga per lavori Afo2
Intanto però continua presidio, per l’ottavo giorno consecutivo. Martedì Morselli vede Emiliano per chiudere vicenda. Domani verifica azienda crediti appalti
TARANTO - E’ stata depositata, nella cancelleria del giudice Francesco Maccagnano, l’istanza dei commissari dell’Ilva in As che chiedono una proroga per completare la messa in sicurezza dell’Altoforno 2 del siderurgico di Taranto. Lo si apprende da fonti giudiziarie. Al momento la magistratura ha fissato per il 13 dicembre il termine ultimo per l’adeguamento. I commissari chiedono una proroga della facoltà d’uso per consentire i lavori per dotare l'impianto dell’automazione delle operazioni in campo di colata.
L'ACCORDO CON L'AZIENDA - «Abbiamo raggiunto un accordo per il quale entro domani sarà pagato il 100% dello scaduto al 31 ottobre. Significa che si allineano con i pagamenti». Lo ha detto il governatore pugliese Michele Emiliano a conclusione di un incontro nel siderurgico di Taranto sul pagamento delle imprese dell’indotto con il capo del personale di A.Mittal Arturo Ferrucci e altri dirigenti dello stabilimento, il presidente di Confindustria Taranto Antonio Marinaro, il sindaco Rinaldo Melucci e una delegazione di imprese dell’indotto.
«L'incontro - ha aggiunto Emiliano - si è concluso positivamente. Domani ne è previsto un altro qui per verificare, davanti ai nostri occhi, l’emissione dei bonifici. Speriamo che tutto vada bene. Io non sono né ottimista né pessimista: devo però dare atto che dopo la riunione di ieri e con la presa di posizione così severa e forte di tutte le imprese che rimangono unite e compatte, ArcelorMittal ha risposto positivamente e questa sicuramente è una buona notizia. Quindi lo stabilimento rimane ancora e continua pur sotto pressione a funzionare».
«Noi - ha sottolineato ancora il governatore - comunque non molliamo il presidio e domani, se verrà pagato il 100% dello scaduto al 31 ottobre, è chiaro che il blocco verrà rimosso e si ricomincerà a lavorare normalmente». Emiliano ha chiarito che "queste sono tutte obbligazioni già scritte. Oggi l’azienda ha preso un impegno davanti al presidente della Regione, al sindaco e nei confronti del Governo, perché abbiamo lavorato come se fossimo un’unica istituzione. Questa è una cosa importantissima. Ieri abbiamo evitato il blocco della della produzione grazie alla responsabilità di tutte le imprese dell’indotto che stanno pazientemente aspettando il pagamento di debiti che erano scaduti da mesi». Se domani «si regolarizza tutto - ha concluso Emiliano - si ricomincia con maggiore serenità la trattativa che si sta svolgendo a Roma, e quindi almeno dal punto di vista dell’indotto la crisi è superata. Resta il fatto che l’azienda poi deve continuare a pagare anche quello che scadrà nei prossimi mesi, ci mancherebbe».
CONFINUDSTRIA TARANTO: PAGATO 100% DELLE FATTURE SCADUTE - «L'azienda ha garantito il pagamento delle spettanze a tutte le aziende creditrici nella misura del 100% delle fatture scadute al 31 ottobre. I primi bonifici dovrebbero arrivare - a quanto dichiarato dai referenti aziendali, fra i quali il responsabile del personale Arturo Ferrucci - a partire da domani, data in cui ad incontrarsi saranno di nuovo Confindustria Taranto, la delegazione del presidio dell’indotto e l’Ad Lucia Morselli, oggi assente per impegni a Roma». Lo sottolinea il presidente di Confindustria Taranto dopo l’incontro nello stabilimento siderurgico di Taranto sulla vicenda dei pagamenti delle fatture alle imprese dell’indotto. «L'azienda si è inoltre impegnata a garantire - aggiunge - i crediti in scadenza secondo le cadenze contrattuali.
L’incontro di oggi fa seguito ad una trattativa dai risvolti molto incerti e dai contorni vaghi, fra promesse avanzate e non mantenute, pagamenti parziali e delimitati a poche aziende, in quanto mai scandita da impegni scritti da parte della stessa Ami. Poche certezze che hanno fatto salire la protesta da parte dei titolari e dei dipendenti delle imprese dell’indotto, reduci da circa tre mesi di lavori non pagati, da una settimana in presidio spontaneo, autogestito e permanente davanti alla portineria C dello stabilimento». Marinaro precisa che le imprese «manterranno il presidio fino al pagamento di quanto garantito da Ami (100% scaduto) garantendo, come già attuato dalla giornata di domenica e fino a questo momento, il prosieguo minimo e necessario dell’attività di stabilimento».
ANCORA TENSIONE - Ottavo giorno di protesta e presidio delle aziende dell’indotto alle portinerie dello stabilimento ArcelorMittal di Taranto, per sollecitare alla multinazionale il pagamento di fatture per 60 milioni di euro.
Per cercare di scongiurare il blocco della fabbrica, minacciato in mancanza di garanzie sul ristoro dei crediti, nella mattinata di oggi ci sarà un primo incontro tra l’azienda e gli appaltatori dell’indotto, accompagnati dal presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, dal sindaco Rinaldo Melucci e dal presidente di Confindustria Taranto, Antonio Marinaro, per cooperare all’aggiornamento della contabilità.
Domani mattina è previsto un ulteriore incontro, alla presenza dell’ad di ArcelorMittal, Lucia Morselli, per definire il piano di pagamenti e cercare così di chiudere la vicenda.
L’associazione degli industriali ha chiesto alla multinazionale, per conto delle imprese, la sottoscrizione di un documento che preveda impegni precisi sui pagamenti, con un’unica data di valuta, per almeno il 70% del fatturato. Nei giorni scorsi sono stati notificati, secondo quanto reso noto dalla stessa Confindustria, avvisi di pagamento solo alle ditte di autotrasporto e, con importi parziali, a sei aziende di servizi dell’indotto. Ma in totale sono 150 le imprese interessate dai mancati pagamenti ArcelorMittal e hanno alle dipendenze 6mila addetti. Ieri, durante una riunione nella sede tarantina di Confindustria, dopo uno scambio di messaggi tra il governatore Emiliano, il premier Conte e il ministro Patuanelli, l'ad Morselli ha telefonato al governatore, fissando i due incontri per oggi e domani che si spera siano chiarificatori. Anche se lo stesso Emiliano e il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci ieri hanno manifestato «scetticismo» e hanno detto di "non avere più alcuna fiducia nella multinazionale».
LO SCIOPERO - «Riteniamo che proprio da Taranto, città simbolo in cui oggi si incrociano e si concentrano tutte le problematiche ed i drammi umani e sociali, debba ripartire una battaglia generale per un modello di sviluppo che garantisca un lavoro sano e sicuro, la tutela dell’ambiente e della salute per i cittadini ed i Lavoratori». Così l’Usb presenta lo sciopero generale del 29 novembre con manifestazione a Taranto e corteo che partirà dalle 9.30 davanti all’Arsenale della Marina militare per attraversare le vie del centro.
L’iniziativa si svolgerà in concomitanza del quarto sciopero mondiale per il clima nel contesto del #GlobalDayofClimateAction - Fridays For Future. Giovedì 28, alle ore 16, si terrà invece "un’assemblea operaia» all’Hotel Plaza. «Liberiamo Taranto dai Veleni. Chiudiamo - sottolinea l’Usb - gli impianti inquinanti. Per una politica industriale a gestione pubblica, per lo sviluppo, la difesa dell’ambiente, per la salute dei cittadini e dei lavoratori». Da tutte le province pugliesi l’Usb metterà a disposizione bus per raggiungere Taranto
AZIENDA RASSICURA SUI PAGAMENTI - La dirigenza di ArcelorMittal rassicura sui pagamenti alle imprese dell’indotto che da otto giorni presidiano le portinerie dello stabilimento, minacciando il blocco totale delle merci.
Nel corso dell’incontro tra l’azienda e una delegazione delle ditte dell’indotto, a cui hanno partecipato anche il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il sindaco Rinaldo Melucci e il presidente di Confindustria Taranto, Antonio Marinaro, la multinazionale - a quanto si è appreso - ha garantito che domani partiranno gli avvisi di pagamento e i bonifici nei confronti delle imprese coinvolte.
Oggi gli imprenditori hanno fornito altra documentazione e riscontri per l’aggiornamento della contabilità. Domani, come previsto, ci sarà un ulteriore incontro alla presenza dell’Ad di ArcelorMittal, Lucia Morselli. Il presidio autogestito resterà fino a quando imprenditori e lavoratori dell’indotto non avranno certezze sul ristoro dei crediti vantati.
LE PAROLE DI CONTE - Per l’ex Ilva di Taranto «ad avviso del Governo non si possono più separare i temi della tutela dell’ambiente e della salute con quello del lavoro e della piena occupazione e del rilancio produttivo». Così, a Melfi (Potenza) il premier Giuseppe Conte, ricordando che «nell’ultima interlocuzione il signor Mittal ha assunto una posizione completamente diversa rispetto al precedente incontro».
«Ora abbiamo aperto un negoziato - ha spiegato il premier - ma dovete darci un pò di tranquillità perchè c'è da valutare vari risvolti. Stiamo lavorando e questo lo posso assicurare, perchè il governo ci sta lavorando con la massima attenzione».
«A questo punto abbiamo aperto un negoziato: deve svilupparsi e dovete darci un pò di tranquillità». Lo ha detto il premier Giuseppe Conte rispondendo a una domanda dei giornalisti sull'ex Ilva di Taranto. «Abbiamo bisogno - ha aggiunto - di qualche settimana di tempo: ma ci stiamo lavorando. Lo assicuro soprattutto alla comunità tarantina»
IPOTESI RINVIO UDIENZA - C'è l’ipotesi di un rinvio di qualche settimana dell’udienza fissata per dopodomani sul ricorso cautelare presentato dai commissari dell’ex Ilva per fermare l’addio di ArcelorMittal. Da quanto si è saputo, se si troveranno le condizioni, e in particolare se il gruppo franco indiano si impegnerà a riprendere l’attività che aveva iniziato a sospendere, i legali delle parti in via congiunta potrebbero chiedere una nuova data per dar tempo, nella trattativa a tre in cui si inserisce anche il Governo, di arrivare a un accordo anche a seguito dell’incontro di venerdì scorso.
Stando a quanto si è appreso da fonti qualificate, alla luce dell’incontro tra i vertici di Mittal e il Governo di venerdì scorso, che ha aperto la strada a trattative per far proseguire l’attività di gestione degli stabilimenti siderurgici da parte del gruppo franco indiano, l'udienza di mercoledì, dopo un confronto davanti al giudice tra le parti, dovrebbe portare ad un rinvio di qualche settimana del procedimento sul ricorso cautelare (o prima o dopo il periodo natalizio).
Per i commissari dell’ex Ilva, comunque, il via libera al rinvio del procedimento potrà arrivare solo se non ci sarà pericolo che ArcelorMittal possa andare avanti nello stop all’attività produttiva. E potrà, poi, anche esserci un secondo rinvio della nuova udienza che sarà fissata, se non sarà stato raggiunto ancora un accordo tra le due parti e il Governo per la prosecuzione delle attività, ma se lo stesso accordo sarà in via di definizione senza il blocco della produzione.
Oggi, tra l’altro, i legali di Mittal avranno tempo fino alle ore 13 per depositare un atto per rispondere al ricorso cautelare d’urgenza dei commissari. Mittal già nei giorni scorsi aveva depositato un atto di citazione (con udienza fissata per maggio) per chiedere ai giudici di dichiarare il recesso dal contratto di affitto dell’ex Ilva. Nel frattempo venerdì scorso i pm milanesi, che indagano sul fronte penale per i reati di distrazione di beni del fallimento Ilva, aggiotaggio informativo e omessa dichiarazione dei redditi, hanno depositato al presidente della sezione imprese Claudio Marangoni il loro atto di intervento nel procedimento civile. La Procura, associandosi al ricorso dei commissari dell’ex Ilva e riportando una serie di testimonianze di manager anche di Mittal raccolte nei giorni scorsi, ha chiesto al giudice una «pronuncia» che imponga al gruppo franco indiano «di astenersi dalla fermata degli impianti e di adempiere fedelmente e in buona fede alle obbligazioni assunte», ossia di rispettare il contratto d’affitto.
IL CANTIERE TARANTO - Una vera università per arginare la fuga dei giovani, un rafforzamento dei presìdi sanitari potenziando ospedali e organici dei medici e poi interventi per favorire la ricollocazione dei 500 dipendenti che non lavorano più nel porto, dei 1.900 cassintegrati a carico dell’amministrazione straordinaria dell’Ilva e in futuro anche eventuali altri esuberi di Arcelor: sono queste le misure portanti del «Cantiere Taranto» che il premier Giuseppe Conte intende varare a breve con un nuovo decreto. A parlarne è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Mario Turco, in un’intervista a «La Stampa».
«L'idea è che l’intero Paese debba rispondere all’appello anche rinunciando a qualcosa a favore di un territorio che da tanti anni ha sacrificato anche la sua identità, la sua storia e le sue tradizioni a favore della crescita dell’Italia e che oggi chiede un aiuto», rileva Turco.
In merito al Contratto istituzionale di sviluppo (Cis), «sono oltre 10 anni che Taranto ha delle risorse a disposizione, che però tutti i governi che si sono succeduti nel tempo non hanno utilizzato. Negli ultimi 2-3 anni c'è stata un’accelerazione minima e per questo oggi stiamo programmando - spiega Turco - una nuova governance proprio per cercare di realizzare quanti più interventi possibili, a partire dai piani per la riqualificazione del porto e di alcune aree della provincia. Il Cis però è una misura del passato: ora occorre andare oltre».
Sull'ex Ilva, «innanzitutto dobbiamo prevedere un sostegno a favore dei 1.900 cassintegrati che sono rimasti con l'amministrazione straordinaria. Pensiamo di creare un fondo per favorire mobilità e reinserimento e sfruttare la disponibilità di alcune importanti imprese pubbliche che potrebbero trasferire o realizzare a Taranto alcune fasi dei loro processi produttivi», evidenzia Turco.
Quanto alla possibilità di nuovi esuberi, «non si può rimanere inerti, credo che si debbano sollecitare anche imprese private e imprese internazionali ad utilizzare Taranto come base del loro business puntando sugli incentivi della zona franca che consente un credito fiscale del 50% con un tetto di 50 milioni». Lo scudo penale, conclude Turco, «al momento non è una questione importante».
I sindaci della provincia di Taranto hanno condiviso e firmato l’accordo «Un Nuovo Modello di Sviluppo. Costruire il futuro dell’economia tarantina», già sottoscritto da Camera di commercio, Comune e Provincia di Taranto, Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio il 18 novembre scorso. Con la firma di un addendum che diventa parte integrante e sostanziale dell’intesa originaria, «i sindaci - spiega una nota della Camera di Commercio - si sono impegnati a concorrere alla attuazione delle azioni consequenziali, costituendo a tutti gli effetti la compagine unitaria di tutti gli Enti pubblici locali tanto per l’emergenza Ilva, quanto per la progettazione degli interventi di medio e lungo periodo». L'obiettivo è quello di «operare congiuntamente non solo sulle situazioni emergenziali, ma anche avviare il necessario lavoro di costruzione di un nuovo modello di crescita sostenibile del territorio». L'ampliamento dell’accordo, osserva infine la Camera di Commercio, «va nel senso della strutturazione di un fronte interlocutorio nei confronti del Governo che sia finalmente unico e pienamente rappresentativo, capace di incidere in modo proattivo e preventivo sulle scelte sociali, economiche e ambientali che riguardano l’area tarantina nel suo complesso».
INCONTRO CON CONFINDUSTRIA - «L'incontro è stato sicuramente positivo. Il bilancio lo tracceremo domani alla luce della definizione dei pagamenti dell’indotto». Lo ha detto il presidente di Confindustria Taranto, Antonio Marinaro, dopo l'incontro con la dirigenza di ArcelorMittal, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci e una delegazione di imprese dell’indotto che da otto giorni presidiano le portinerie dello stabilimento lamentando il mancato pagamento delle fatture. L’azienda oggi, a quanto si è appreso, ha fornito nuove rassicurazioni sostenendo che domani, quando ci sarà un altro incontro alla presenza dell’Ad di ArcelorMittal Lucia Morselli, partiranno gli avvisi di pagamento e i bonifici nei confronti delle imprese coinvolte. «La giornata - ha aggiunto Marinaro - è stata senz'altro positiva. Sicuramente la partecipazione delle istituzioni è stata importante e domani mi auguro di poter dire che sia stata risolutiva».