TARANTO - Erano incastonati nelle pareti della sala delle feste di Palazzo Carducci Artenisio. Ed erano posizionati molto in alto, forse per questo non sono stati rubati e, di fatto, sono scampati al grosso saccheggio del 2008 che ha praticamente svuotato una delle poche, forse l’unica, dimora signorile della Città Vecchia, viva e attiva fino a vent’anni fa.
Dopo un restauro durato 4 mesi e cominciato ad inizio anno, sono stati riconsegnati alla città otto dei dodici dipinti ovali attribuiti a Cesare Fracanzano, pittore pugliese del Sei cento. Le opere «rilucidate» rappresentano i Santi a cui era devota la famiglia Carducci. Di certa identificazione, al momento, sono Santo Stefano, San Giovanni Battista, San Girolamo, San Pietro, San Sebastiano e San Michele Arcangelo.
Gli ovali «ritrovati» saranno esposti a Palazzo Pantaleo «ma pensiamo per il futuro ad un contenitore diverso che possa accogliere specificatamente le opere di pittori» ha precisato ieri la Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, di Brindisi, Taranto e Lecce Maria Piccarreta. È l’architetto romano (ex guida di Castel Sant’Angelo nella Capitale) che è riuscita ad ottenere, a fine 2017, il finanziamento di 5 mila euro da parte del Ministero dei Benic Culturali che ha poi permesso il restauro.
Gli ovali erano stati collocati in un primo momento a Palazzo di Città e a seguire depositati e imballati presso Palazzo Pantaleo, occupando alcuni saloni del piano nobile. Nel 2016 la Soprintendenza ne ha disposto il riordino, seguendo un allestimento curato dall’architetto funzionario dell’ente culturale nazionale Augusto Ressa. Ieri pomeriggio sono stati «svelati» dopo un attento ed accurato restauro che oggi permette di rivedere le originarie cromie. L’intervento è stato affidato alla restauratrice, Anna Calabrese, con la direzione tecnico-scientifica dello storico dell’arte, Caterina Ragusa.
«Le opere in un primo momento sembravano in uno stato mediocre - ha spiegato Anna Calabrese - ma da un’analisi più approfondita, conseguente ai primi saggi d’intervento, i dipinti si sono rilevati in pessimo stato di conservazione. Sulle pellicole c’era polvere sedimentata, ma anche massicce ridipinture, rifacimenti e numerose lacune risarcite con stucchi vecchi. In linee generali le opere sono state sottoposte a due puliture chimiche. Sono così emerse - continua la tecnica del restauro nel battesimo con la stampa - le vecchie stuccature e le varie mancanze di colore. Si è poi proceduto con la rimozione delle tele dai vecchi telai e la sostituzione con nuovi telai in abete. Le altre lacune pittoriche sono state stuccate, levigate e riprese con una base a tempera di colore simile alla preparazione originale».
E gli altri quattro ovali saranno restaurati? «Io ho già chiesto un’ulteriore finanziamento per gli altri dipinti - ha risposto alla stampa l’architetto Maria Piccarreta - ma devo dire che mi piacerebbe un intervento da parte della città, ovvero che l’associazionismo tanto vivo e attivo a Taranto, ci desse una mano a trovare dei fondi per lavorare insieme e restituire così l’intera collezione». Su questo tema il Sindaco di Taranto Rinaldo Melucci, a cui ieri sono stati formalmente riconsegnati gli ovali, ha confermato il suo impegno. «Farò tutto ciò che occorrerà - ha concluso il primo cittadino del capoluogo jonico - anche per consentire ai dipinti un luogo ed un’esposizione adeguata».