Sabato 06 Settembre 2025 | 20:14

Da Noci al tetto d'Italia: Nicoletta Mansueto del Bitonto è la miglior giocatrice di futsal del 2024

 
Mario Sicolo

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Mario Sicolo

Da Noci al tetto d'Italia: Nicoletta Mansueto del Bitonto è la miglior giocatrice di futsal del 2024

Non solo pallone in miniatura per questo lucente talento nocese, ma pure i libri: si è appena laureata in scienze motorie

Venerdì 10 Gennaio 2025, 06:00

Se Tito Maccio Plauto, geniale e mordace commediografo latino, avesse conosciuto Nicoletta Mansueto, ci avrebbe messo una bella negazione nella ormai celebre locuzione «nomen omen», che indica nel nome il destino di ognuno di noi. Eggià, perché questa solare, possente, eclettica calcettista del vorace Bitonto C5 Femminile del presidente Silvano Intini, nata a Noci 27 anni fa, e nominata dall’Adicosp (Associazione Direttori e Collaboratori Sportivi) miglior giocatrice d’Italia, durante una conferenza stampa svoltasi nei giorni scorsi presso il Senato della Repubblica, tutto è fuorché «mansueta».

Le schede tecniche la definiscono «pivot», in realtà, Nicoletta inafferrabile saetta in lungo e in largo sul parquet, azzanna cuoi e li scaraventa imparabili nelle reti altrui. Così, il premio, intitolato alla memoria di «Sissy Trovato Mazza» - giovane poliziotta penitenziaria misteriosamente uccisa, ormai otto anni fa, e scudettata tra i pali della Pro Reggina - , uno dei più importanti nel panorama nazionale, a lei assegnato inorgoglisce, sì, ma non stupisce più di tanto: «È un riconoscimento che, indubbiamente, arriva in un momento particolarmente difficile per me e la mia famiglia. Sì, inaspettato, ma credo pure abbastanza meritato. Mi ha fatto piacere dare una piccola gioia a mia madre e vedere i suoi occhi sorridere un poco, dopo tanta sofferenza».

Sul cuore di questa campionessa, infatti, aperta è ancora la ferita della morte dell’amato papà Mimmo. Domenica scorsa, quando ha segnato il gol del 3-0 al Tikitaka Francavilla, si è genuflessa ed ha levato in alto le mani giunte nel breve cielo del «PalaPansini», in segno di emozionata preghiera al suo «unico, grande punto di riferimento». E allora, un’altra targa da sistemare in bacheca: «Beh, è stato il frutto di un anno solare eccezionale. Col Bitonto io e le mie straordinarie compagne abbiamo vinto tutto, quattro trofei su quattro. Con la nazionale, dove sto trovando maggior spazio, abbiamo superato da imbattute il main round che ci porterà al mondiale nelle Filippine. Abbiamo l’ultimo step, un girone certo non proibitivo, col fortissimo Portogallo, però passano le prime due. In serie A, invece, proprio in queste ultime giornate, si stabilirà l’ordine delle squadre che parteciperanno alla Final Eight di Coppa Italia ad aprile, e vedremo se saremo fra le quattro teste di serie o fra le sfidanti».

Le leonesse, dopo un incipit di regular season un poco claudicante, centrato l’appuntamento continentale paiono essersi sbloccate, psicologicamente soprattutto: «Indubbiamente, il nostro obiettivo proncipale era vincere la European Champions, anche perché faceva troppo male aver preso solo ai rigori decisivi l’edizione precedente alla nostra prima partecipazione, ergo volevamo assolutamente riscattarci. E poi, è anche vero che la prima parte della stagione serve più che altro per rodaggio e adesso inizia a farsi sul serio».

Non solo pallone in miniatura per questo lucente talento nocese, ma pure i libri: «I miei genitori mi hanno sempre seguito nel coltivare la passione per il pallone, a patto, però, che portassi a termine gli studi, le superiori e poi l’università. Mi sono appena laureata in scienze motorie e mia intenzione è fare la specialistica, perché è sempre bene avere a disposizione una carta in più da giocarmi domani».

E mica finisce qui la bellezza poliedrica di questa campionessa, c’è pure il consiglio comunale che l’attende: «Per me, è un bell’impegno. Sono una persona molto curiosa e mi piace scoprire altri mondi. Poi, mio zio è stato senatore e con papà spesso parlavamo di politica, così ho provato a candidarmi e mi è andata bene». Mansueto riavvolge il nastro della memoria: «Ho iniziato a giocare a Noci a calcio a undici, ed ero stata convocata nella Nazionale under 17 e dovevo passare alla Pink Bari, la società più in vista della regione. Ma, poi, i problemi logistici hanno fatto sì che rimanessi nella mia città e andassi a giocare a calcio a cinque nella New Team è lì è iniziata la mia storia d’amore con questo sport altro, diverso, e non farei marcia indietro per nulla al mondo. Una partita di calcio femminile di una categoria inferiore può pure annoiarti, mentre un match di futsal è sempre un mare di emozioni».

E dunque, la più forte calcettista dello Stivale volge lo sguardo ai prossimi mesi e fa una promessa agli «aficionados» bitontini: «Ai nostri tifosi posso solo garantire che non siamo affatto stanche di vincere e pure quest’anno proveremo a portare qualche trofeo a casa, lo dobbiamo innanzitutto a loro che ci sostengono dal primo all’ultimo minuto, e pure nella cattiva sorte mai hanno fatto mancare il loro appoggio».

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