Animali in famiglia

Quando il cane diventa... anziano

Marco Smaldone

Gli esami da ripetere con frequenza semestrale, l’attenzione alla «tosse cardiaca» e gli sforzi possibili

Ci occuperemo del cane e del gatto anziano, vedremo quali sono le principali patologie che verso una certa età inesorabilmente li affliggono e quindi come riconoscerle affinché poterle arginare e anche gestirle nel modo migliore.

L'età in cui il nostro amico cane può essere considerato anziano dipende da diversi fattori: dalla taglia, della razza e dallo stile di vita. Un molossoide già dopo i 7 anni deve essere considerato anziano, poiché i soggetti di grande taglia hanno vita breve.

Ad esempio, un alano difficilmente supera i 10 anni di vita, mentre quelli di media taglia raggiungo la terza età verso i 9 anni, perché la loro longevità è mediamente di 12-13 anni. Quelli più longevi di tutti, invece, sono i cani di piccola taglia che arrivano fino ai 14-15 anni e, spesso, anche oltre.

Cosa possiamo fare per garantire benessere e salute ai nostri Pets quando raggiungono questa delicata fase della vita? A partire dai controlli veterinari più importanti unitamente alle problematiche più frequenti che inevitabilmente possono colpirli. Effettuare i controlli vuol dire fare prevenzione.

Ai nostri amici pelosi anziani devono essere assicurati all'incirca ogni sei mesi, perché solo in questo modo è possibile individuare precocemente l'insorgenza di eventuali malattie potenzialmente pericolose. Per poterle prevenire sarà opportuno sottoporre i nostri «nonnetti», almeno una volta all'anno, ad esami del sangue e delle urine. Monitoraggio molto utile, perché consente di poter individuare in fase iniziale eventuali problematiche frequenti negli anziani. Come quelle a carico dei reni, del fegato e per il diabete. Patologie, queste, che possono diventare molto pericolose quando diagnosticate tardivamente.

Vediamo adesso quali sono le principali malattie che con maggiore frequenza affliggono i nostri amici animali anziani. Oltre a quelle appena accennate, c'è l'abbassamento della vista a causa della cataratta che colpisce tutti i soggetti verso una certa età. Pericolose anche le problematiche dentali provocate da eccesso di tartaro, che possono cominciare ancora prima della vecchiaia e che provocano malattie gengivali che spesso non vengono diagnosticate, ma che poi possono provocare malattie sistemiche a carico di altri organi come cuore, rene e fegato, negli anziani maggiormente incisive. Dal punto di vista scheletrico molto frequenti e note sono le patologie articolari con le affezioni artrosiche ed altro (molto diffuse anche fra le persone anziane).

Per tutte le malattie muscolo-scheletriche è importante rivolgersi al veterinario affinché effettui un esame completo, coadiuvato anche da indagini radiografiche, per adottare le giuste misure terapeutiche con la prescrizione di antidolorifici, antinfiammatori e specifici integratori per le cartilagini.

Un'altra problematica che frequentemente assilla i nostri vecchietti a quattro zampe sono le malattie cardiache. Uno dei sintomi che ci deve mettere in allarme è una tosse persistente. Questo inizialmente succede dopo ogni eccitazione su base emotiva, un esempio: per la gioia di rivederci al nostro rientro a casa. Situazione che con il passare del tempo tende a peggiorare, poiché tossiscono sempre di più e maggiormente quando si affaticano. Stiamo parlando della «tosse cardiaca», che in molti casi è accompagnata anche da difficoltà respiratorie. Succede soprattutto durante le passeggiate o dopo che compiono sforzi. Quindi, all’apparire di questi sintomi portarli dal veterinario è di primaria importanza, affinché valutare prontamente eventuali lesioni a carico delle valvole cardiache, purtroppo frequenti negli anziani. Nei soggetti affetti da lesioni valvolari si riscontrano i «soffi cardiaci», che possono essere da moderati a gravi, ma tutti meritevoli di assidue terapie.

Cure che devono essere praticate per sempre, unitamente a periodici controlli, poiché le malattie valvolari con l'avanzare dell'età tendono a peggiorare. I «nonnini» non possono parlare per farci presente che stanno soffrendo e quindi è nostro dovere monitorarli per capire sin dai primi segni clinici la loro sofferenza al fine di poterli aiutare.

La vecchiaia potrebbe provocare anche il cambio del comportamento dei nostri amici a quattro zampe che possono diventare più ansiosi o facilmente irritabili, come anche assenti, ovvero che restano più a lungo accucciati e non si presentano più a riceverci al nostro rientro a casa. Ma c'è di più, sempre per l'età avanzata anche loro possono soffrire di demenza senile, si tratta di una condizione patologica del sistema nervoso che fa perdere le capacità cognitive. Su questo è molto altro ci soffermeremo sabato prossimo.

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