LECCE - Non chiamatela finale. Guai, però, a sottovalutare l’importanza di Lecce-Cagliari. Ne è ben consapevole Eusebio Di Francesco, tecnico della squadra giallorossa, che nell’incontro in programma questa sera alle 20.45 al «Via del Mare» proverà a dare una sferzata in positivo all’inizio di campionato. Bisogna cancellare la delusione delle due sconfitte consecutive incassate contro Milan e Atalanta, cercando, magari, il primo successo in questo campionato di serie A. Missione non semplice, ma di certo non impossibile. I salentini proveranno a ripartire da quanto di buono fatto nelle prime uscite, rintuzzando quegli aspetti che hanno finito per essere decisivi in negativo in questo avvio di stagione.
«Sarà una partita importante - dice Di Francesco - ma le finali sono altre. Questa sfida va caricata nel modo giusto, con la consapevolezza che andremo ad affrontare una diretta concorrente. Il Cagliari ha lavorato su diversi sistemi di gioco, ha un allenatore giovane che ha tanta voglia di mettersi in mostra. Attaccano in maniera un po’ asimmetrica, ma hanno giocatori temibili in entrambe le fasi».
Il tecnico ripercorre il film delle prime tre giornate di campionato: «La squadra mi è piaciuta tantissimo nei primi 35 minuti contro l’Atalanta, per quello che ha prodotto e che magari non ha concretizzato, lavoreremo su questo aspetto. Bisogna essere più determinati sotto porta o perlomeno fare scelte migliori. Ma mi è piaciuta la capacità di rimanere in partita, almeno fino al secondo gol che ci ha tagliato le gambe. Contro certe squadre ti devi difendere meglio, devi essere più compatto e più forte nei duelli. Dobbiamo poi tenere a mente che in questo campionato non esistono partite più abbordabili. Abbiamo fatto una buonissima gara con il Genoa e una buona gara con il Milan, dove poi i due gol ce li siamo fatti un po’ da soli. Dobbiamo capire che si può sbagliare, ma chi sbaglia deve essere aiutato dal suo compagno».
Di Francesco si sofferma poi sull’identità del suo Lecce, a cui chiede, oltre al gioco, anche i risultati: «Ci sono buone idee, stiamo crescendo nell’assimilazione dei concetti. Pian piano conosco meglio i calciatori. Davanti alla difesa sta giocando Ramadani con continuità, stiamo impostando in quel ruolo anche Berisha, un ragazzo che può dare qualità alla squadra. Ma ci sono fasi in cui serve equilibrio. Stiamo trovando la giusta forma, dobbiamo migliorare e mi auguro di poter far crescere la squadra. Poi, alla fine, quello che rimane è il risultato finale e noi dobbiamo legarci al risultato, non possiamo pensare di essere solo belli per poi vedere gli altri portare i punti a casa. Ci sono partite in cui dobbiamo essere anche sporchi, così come potrebbe accadere nella partita contro il Cagliari. Dobbiamo curare i particolari, lo dico esplicitamente perché il messaggio deve arrivare in primis ai miei calciatori».
Un aspetto su cui bisogna evidentemente porre l’attenzione è quello legato ai calci piazzati. Contro Milan e Atalanta, il Lecce è passato in svantaggio proprio subendo rete da palla inattiva. Un campanello d’allarme che Di Francesco non sottovaluta: «I calci piazzati determinano tanto, dobbiamo essere bravi a difendere e attaccare meglio in quelle situazioni. Dobbiamo sfruttarle meglio questi aspetti per non far andare le partite in una certa direzione. A Bergamo abbiamo subito gol su calcio piazzato dopo 35 minuti nei quali avevamo concesso solo un tiro da fuori. Una volta preso il gol non bisogna poi smettere di giocare, bisogna essere pronti a tutto, in ogni partita c’è un piano A ma anche un piano B». Per quanto riguarda la fase offensiva, invece, il tecnico chiede maggiore ricerca delle conclusioni: «Ci sono alcuni giocatori che hanno più qualità nel tiro dalla distanza e altri meno. Bisogna essere bravi a tirare quando c’è da andare al tiro. Dobbiamo calciare un po’ di più in porta, questo è certo, ma il tiro dalla distanza è una caratteristica individuale. Il mio maestro Zeman diceva di non confondere il tiro dalla distanza con il tiro della disperazione… quest’ultimo si fa quando non si sa che cosa fare. Alle volte determinate azioni vanno chiuse calciando verso la porta».
Per quanto riguarda il sistema di gioco, Di Francesco non intende percorrere strade alternative, perlomeno dal primo minuto: «Più cambiamo, più creiamo confusione. Non posso permettermi di inventare le formazioni come se fossi alla Playstation, devo dare certezze ai miei giocatori. Alcune soluzioni possono essere valide a partita in corso. A questa squadra però bisogna dare fiducia, non diamo giudizi affrettati. Dobbiamo essere bravi ad avere equilibrio in questo momento, da parte mia cerco di sfruttare al meglio le caratteristiche dei calciatori a disposizione».