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L'Orchestra della Magna Grecia piange uno dei suoi fondatori: a 61 anni è morto il barese Rocco Brandonisio

 
Redazione online

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L'Orchestra della Magna Grecia piange uno dei suoi fondatori: a 61 anni è morto il barese Rocco Brandonisio

Suonava e insegnava clarinetto, se n'è andato dopo una grave malattia. Il cordoglio di amici e colleghi

Mercoledì 14 Maggio 2025, 11:51

È morto a 61 anni Rocco Brandonisio, uno dei fondatori dell'Orchestra della Magna Grecia. Nato a Bari, suonava e insegnava clarinetto, lo strumento con cui aveva creato empatia. Con Romano, Lomartire, Presicci e Forte aveva dato il “la” a un progetto che avrebbe contribuito a dare un’identità culturale al territorio.

«Se andassi indietro nel tempo, ancora stento a credere che insieme a quattro amici, prima che colleghi, sono riusciti a mettere in piedi un sogno: un ensemble, in trent’anni diventato un’orchestra per assurgere, nel tempo, a una delle ICO, Istituzione concertistica orchestrale, riconosciute dallo Stato: ma davvero abbiamo realizzato tutto questo, insieme, io, Piero Romano, Maurizio Lomartire, Leonardo Presicci e Marcello Forte? Dei visionari, non so trovare altra definizione, perché questo eravamo: sarebbe un sogno; e, ora, questo sogno è realizzato, ho gli occhi lucidi per l’emozione». Un accento barese, appena accennato. «Davvero si sente? Anche quando suono?», scherzava.

«Ora, quegli occhi lucidi, non di emozione, ma di dolore, Rocco Brandonisio, docente, clarinettista, fra i fondatori dell’Orchestra della Magna Grecia, che ci ha lasciati durante la notte a sessantuno anni, dopo aver lottato contro un male che non perdona, li ha fatti venire a tutti noi: a quanti lo stimavano, grande professionista, ma soprattutto a quanti gli volevano bene; perché Rocco, prima di farsi apprezzare come grande musicista, si era fatto apprezzare per le sue grandi doti umane - si legge in una nota dell'Orchestra - Si fa una grande fatica a parlarne al passato, tanto che sentiamo ancora nelle orecchie quelle note che eseguiva dopo aver ricomposto il suo strumento, il clarinetto, che tirava fuori dal suo zainetto, prima delle prove, prima di un concerto.

Rocco è stato uno dei creatori del progetto culturale Magna Grecia e oggi rappresenta un segno distintivo dell’identità musicale del nostro territorio, del nostro Paese. «L’Orchestra è una squadra – ripeteva spesso Brandonisio – un insieme di anime, mosse dallo stesso principio, dalle stesse emozioni: con i solisti, il direttore, stabilisci empatia, raggiungi quel risultato finale che conduce all’applauso, il massimo per noi tutti, che riteniamo già un privilegio eseguire musica; quando qualche allievo, e da qualche tempo succede con l’Orchestra giovanile, mi ringrazia per un insegnamento, come per esempio lo spirito con il quale porsi davanti a uno spartito, io ricambio: grazie a te, rispondo, per quello che trasmetti a me e ai colleghi più maturi, perché senza il vostro entusiasmo, non saremmo qua, tutti insieme, è questo il senso dell’orchestra».

Questo era Rocco. «Una persona per bene», ha detto un suo collega, «un uomo d’altri tempi». Una considerazione che trova tutti d’accordo. «L’unica nota stonata, se permetti, Rocco, è l’averci lasciato troppo presto».

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