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«Morte della Vergine» quando Caravaggio scandalizzò la Chiesa

«Morte della Vergine» quando Caravaggio scandalizzò la Chiesa

 
Alessandro Salvatore

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Alessandro Salvatore

«Morte della Vergine» quando Caravaggio scandalizzò la Chiesa

Venerdì 14 Giugno 2024, 10:35

La «Morte della Vergine» è l’ultima pala d’altare che Caravaggio esegue a Roma, tra il 1605 e il 1606, ed è anche la più grande tra le opere fino ad allora realizzate dall’artista. È questa la fascinosa opera d’arte al centro del nuovo episodio di «Iconologie quotidiane», con lo storico dell’arte Rodolfo Papa. L’approfondimento culturale sarà trasmesso oggi su Rai Storia alle 8.55 e alle 20.05. Dunque un doppio appuntamento per discutere su una meraviglia, l’ennesima realizzata dal pittore «maledetto».

A Caravaggio la «Morte della Vergine» gli viene commissionata nel 1601 da un ricco avvocato, Laerzio Cherubini, per l’altare della sua cappella in Santa Maria della Scala in Trastevere, a Roma. Secondo il Baglione, pittore rivale, la tela però è ritenuta oltraggiosa perché Caravaggio aveva fatto «con troppo poco decoro la Madonna gonfia e con gambe scoperte» e per questo motivo «fu levata via». Dopo essere passato tra varie mani, il dipinto viene acquistato da luigi XIV di Francia e oggi arricchisce la collezione del museo Louvre di Parigi. È tale il ricco destino di un capolavoro così commovente che all’epoca fece scandalo.

Caravaggio è considerato oggi il grande innovatore della pittura religiosa seicentesca perché introdusse nelle rappresentazioni sacre la dimensione quotidiana nei suoi aspetti più umili, eppure per ironia della sorte fu proprio per questo che i canonici di Santa Maria della Scala, la chiesa romana a cui l’opera era destinata, la rifiutarono sdegnosamente. Oggi l’opera la si può ammirare nel museo più famoso del mondo.

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