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Carmine Misseri e nipote «non andavano arrestati ma su loro gravi indizi» Per prima volta parla Cosima

 
Carmine Misseri e nipote «non andavano arrestati ma su loro gravi indizi» Per prima volta parla Cosima

Mercoledì 23 Marzo 2011, 15:21

02 Febbraio 2016, 23:04

TARANTO – Carmine Misseri e suo nipote Cosimo Cosma non andavano arrestati il 23 febbraio scorso, pur se a loro carico ci sono indizi di colpevolezza in ordine al reato di concorso in soppressione di cadavere per l’omicidio di Sarah Scazzi. E’ quanto hanno scritto i giudici del Tribunale del Riesame di Taranto nelle motivazioni, depositate oggi, dell’ordinanza con la quale il 10 marzo scorso gli stessi giudici avevano disposto la scarcerazione dei due indagati. 

L'ordinanza di custodia cautelare in carcere, firmata dal gip del Tribunale di Taranto Martino Rosati, è stata dunque annullata per “carenza di esigenze cautelari”. “Permangono e sussistono, al contrario – scrivono ancora i giudici del Riesame - i gravi indizi di colpevolezza così come desunto dall’ attività investigativa e dal contenuto delle intercettazioni prodotto agli atti” dalla Procura della Repubblica di Taranto.

RIESAME,SU CARMINE MISSERI E NIPOTE INDIZI PIU' GRAVI
A carico di Carmine Misseri e di suo nipote Cosimo Cosma “il quadro indiziario, rispetto al momento dell’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare, si è aggravato ulteriormente” dopo gli interrogatori di garanzia e in seguito ai documenti prodotti dalla pubblica accusa in sede di discussione. E’ quanto scrivono, tra l’altro, i giudici del Tribunale del Riesame di Taranto nelle motivazioni dell’ordinanza con la quale il 10 marzo scorso hanno scarcerato i due indagati, accusati di aver aiutato Michele Misseri nel sopprimere il cadavere di Sarah Scazzi. 

Carmine Misseri e Cosimo Cosma sono stati scarcerati perchè sono cessate, secondo i giudici, le esigenze di custodia cautelare. Attraverso una conversazione intercettata il 16 novembre 2010 dagli inquirenti tra Carmine Misseri e la moglie Anna Lucia Pichierri, nella quale l’uomo dice esplicitamente che il nipote avrebbe aiutato lo zio Michele a gettare il cadavere di Sarah nella cisterna, i giudici del Riesame pervengono anche a due considerazioni. 

La prima è che Cosma “aveva aiutato lo zio Misseri Michele nelle operazioni di occultamento del cadavere della Scazzi”; la seconda è che “soltanto colui il quale aveva altresì concorso nel reato – ovvero Misseri Carmine - poteva fare una simile affermazione”. 

Per i giudici, inoltre, Carmine Misseri e Cosimo Cosma hanno fornito alibi falsi agli inquirenti “sin da quando erano stati formalmente escussi come persone informate sui fatti”.

DA CARMINE MISSERI E NIPOTE NO PERICOLO PROVE
I giudici del Tribunale del Riesame poi aggiungono che «Non sussiste “pericolo di inquinamento probatorio” da parte di Carmine Misseri e del nipote Cosimo Cosma, così come prospettato nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip del Tribunale Martino Rosati, in base alla quale i due indagati vennero arrestati il 23 febbraio scorso".
 
“Troppo generica e quindi contrastante con la concretezza del pericolo per l’acquisizione e la genuinità della prova” viene ritenuta dai giudici l’indicazione a tale proposito, da parte del gip, della “dimensione pubblica e mediatica di fatto incontrollabile assunta dalla vicenda giudiziaria”. 

Relativamente a Cosma, poi, il Tribunale del Riesame, pur confermando che abbia fornito un alibi falso, scrive che “sebbene ricorra il requisito della concretezza, è venuto meno quello della attualità”. E ciò perchè “le prove dell’assoluta falsità dell’alibi” fornito da Cosma “risultano oramai oggettivamente cristallizzate” attraverso le intercettazioni ambientali e i tabulati telefonici.
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