L'ordinanza di custodia cautelare in carcere, firmata dal gip del Tribunale di Taranto Martino Rosati, è stata dunque annullata per “carenza di esigenze cautelari”. “Permangono e sussistono, al contrario – scrivono ancora i giudici del Riesame - i gravi indizi di colpevolezza così come desunto dall’ attività investigativa e dal contenuto delle intercettazioni prodotto agli atti” dalla Procura della Repubblica di Taranto.
RIESAME,SU CARMINE MISSERI E NIPOTE INDIZI PIU' GRAVI
A carico di Carmine Misseri e di suo nipote Cosimo Cosma “il quadro indiziario, rispetto al momento dell’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare, si è aggravato ulteriormente” dopo gli interrogatori di garanzia e in seguito ai documenti prodotti dalla pubblica accusa in sede di discussione. E’ quanto scrivono, tra l’altro, i giudici del Tribunale del Riesame di Taranto nelle motivazioni dell’ordinanza con la quale il 10 marzo scorso hanno scarcerato i due indagati, accusati di aver aiutato Michele Misseri nel sopprimere il cadavere di Sarah Scazzi.
Carmine Misseri e Cosimo Cosma sono stati scarcerati perchè sono cessate, secondo i giudici, le esigenze di custodia cautelare. Attraverso una conversazione intercettata il 16 novembre 2010 dagli inquirenti tra Carmine Misseri e la moglie Anna Lucia Pichierri, nella quale l’uomo dice esplicitamente che il nipote avrebbe aiutato lo zio Michele a gettare il cadavere di Sarah nella cisterna, i giudici del Riesame pervengono anche a due considerazioni.
La prima è che Cosma “aveva aiutato lo zio Misseri Michele nelle operazioni di occultamento del cadavere della Scazzi”; la seconda è che “soltanto colui il quale aveva altresì concorso nel reato – ovvero Misseri Carmine - poteva fare una simile affermazione”.
Per i giudici, inoltre, Carmine Misseri e Cosimo Cosma hanno fornito alibi falsi agli inquirenti “sin da quando erano stati formalmente escussi come persone informate sui fatti”.
DA CARMINE MISSERI E NIPOTE NO PERICOLO PROVE
I giudici del Tribunale del Riesame poi aggiungono che «Non sussiste “pericolo di inquinamento probatorio” da parte di Carmine Misseri e del nipote Cosimo Cosma, così come prospettato nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip del Tribunale Martino Rosati, in base alla quale i due indagati vennero arrestati il 23 febbraio scorso".
“Troppo generica e quindi contrastante con la concretezza del pericolo per l’acquisizione e la genuinità della prova” viene ritenuta dai giudici l’indicazione a tale proposito, da parte del gip, della “dimensione pubblica e mediatica di fatto incontrollabile assunta dalla vicenda giudiziaria”.
Relativamente a Cosma, poi, il Tribunale del Riesame, pur confermando che abbia fornito un alibi falso, scrive che “sebbene ricorra il requisito della concretezza, è venuto meno quello della attualità”. E ciò perchè “le prove dell’assoluta falsità dell’alibi” fornito da Cosma “risultano oramai oggettivamente cristallizzate” attraverso le intercettazioni ambientali e i tabulati telefonici.