Festa di famiglia per il compleanno del «ragazzo» di Zapponeta. Compie oggi settant’anni Nicola Di Bari (all’anagrafe Nicola Scommegna) circondato da moglie , figli e nipoti «tutti assieme appassionatamente per quest’anniversario particolare, all’insegna dell’affetto e della semplicità», dice il cantautore che con le sue canzoni (da La prima cosa bella a Vagabondo) è riuscito a conquistare il mondo.
«Sono felice perché anche il mio giornale preferito, “La Gazzetta”, che leggo sempre a Zapponeta d’estate, quando torno per le vacanze, se n’è ricordato e questa gioia s’aggiunge a quella di avere accanto tutta la famiglia, proprio come succedeva una volta quando c’era un evento da festeggiare», continua senza attardarsi sulla malinconia per il tempo che passa. Anzi, questo anniversario è per lui un momento di riflessione, un giorno in cui pensare «che la mia è stata una vita straordinaria per il successo raggiunto e per gli affetti ricevuti da amici e parenti. Chi mai l’avrebbe detto che un ragazzo di Zapponeta, dopo la vittoria di un concorso canoro a Bari e la conseguente scrittura di tre mesi a Milano, avrebbe spiccato il volo nel difficile mondo della musica leggera? Una sfida autentica, perché non era facile puntare sulla mia voce roca, impastata di sabbia e mare».
Una voce particolare che non l’ha mai abbandonato e «vorrei non mi lasciasse mai fino all’ultimo giorno della vita. Per me il canto è un gioco e questo gioco vorrei che durasse il più possibile su un palcoscenico».
In un attimo rivive la sua carriera artistica fatta di melodie catturanti, di canzoni semplici, «che raccontano la mia vita e che considero piccoli autoritratti, amate tutte allo stesso modo, perché per un autore sono come dei figli verso i quali non bisogna avere delle preferenze».
Poi, ci pensa la preferenza scatta per La prima cosa bella, «composta in occasione della mia prima paternità, un’emozione che non potrò scordare mai». A tal proposito ridendo aggiunge: «Chissà quanti bambini ho fatto nascere con le mie canzoni». Tra le cose belle della vita mette «mia moglie, che m’ha conquistato fin dalla prima volta che l’ho conosciuta, i 4 figli, (tra i quali Arianna che fa l’attrice di teatro e ha lavorato con Isa Danieli e Mariangela Melato e che fiera ha voluto mantenere il cognome di famiglia, Scommegna); e poi Zapponeta, cui ho dedicato anche una canzone e infine la Puglia, che mi rammenta l’infanzia, il suo mare, i frutti della sua terra. Io sono figlio di contadini e alla terra sono rimasto legato».
Ma, parla con affetto anche del paese dove vive da 52 anni , San Mauro al Lambro, nell’hinterland milanese , «dove sono circondato da amici autentici e non mi sono mai sentito un emigrante».
Poi, svela un segreto: «Se non avessi fatto il cantante – dice - avrei fatto l’avvocato, come era nelle intenzioni di mio padre» e tra le sue soddisfazioni maggiori mette le due vittorie a Sanremo, nel 1971 e 1972 , «che m’hanno dato la giusta misura del successo». Un desiderio da esaudire in occasione del compleanno? «Non ho molto da chiedere, sono felice così. Sto bene».