BARI - L’onda lunga dell’incertezza sulla successione di Giovanni Malagò al Coni nazionale si propaga anche alle regioni e in particolare in Puglia, dove le elezioni per la presidenza del Coni vedono la discesa in campo della politica di centrosinistra. Meglio: di un pezzo della lista «Con», quella che fa capo al governatore Michele Emiliano e che sembrerebbe aver costruito la candidatura di Francesca Rondinone, 51 anni, foggiana, che sfiderà il presidente uscente Angelo Giliberto, 69 anni, barese nativo di Cerignola.
La vicenda rimarrebbe confinata nel ristretto novero delle beghe tra federazioni sportive se non fossero evidenti, appunto, le impronte digitali di un pezzo di centrosinistra. Non tanto quelle dell’assessore regionale allo Sport, Raffaele Piemontese, foggiano come la Rondinone («La prego di scrivere che con la sua candidatura non c’entro niente»), quanto quelle dell’ex presidente regionale del Coni, Elio Sannicandro, che dunque sfida indirettamente l’ex amico Giliberto cui ha «soffiato» qualche presidenza di federazione.
Le candidature per il Coni pugliese si sono chiuse venerdì. Era necessaria la sottoscrizione di un minimo di 15 e un massimo di 20 firme di presidenti di federazioni più gli enti di promozione e le discipline associate. Rondinone, delegata del Pentathlon moderno e vicepresidente uscente, ha presentato 11 firme tra cui vela, tennis, ciclismo e atletica. Giliberto ha schierato 18 sottoscrizioni con calcio, basket, volley, nuoto e sport acquatici.
Un prologo della partita si è giocato anche nelle elezioni ai comitati regionali delle federazioni, dove la cordata Sannicandro ha portato l’assalto (invano) a basket, canottaggio e pallamano, ma dove ha conquistato il ciclismo (con Tommaso Depalma, ex sindaco di Giovinazzo in quota «Con») e il judo (con Roberto D’Alessandro). La scorsa settimana si è votato per i 12 posti (atleti, tecnici, enti di promozione) che insieme ai 48 presidenti di federazione completano il consiglio regionale, e l’esito è di otto posti a quattro per la Rondinone.
Ma nell’assemblea elettiva del 12 aprile, in cui va eletta la giunta (tre delegati di federazione più un rappresentante di tecnici, atleti, discipline associate ed enti di promozione, con minimo due donne per la parità di genere) al momento non sembra esserci partita: per vincere servono 31 voti, e sulla carta la sfidante ha le sue 11 federazioni più gli otto delegati eletti l’altro giorno.
Giliberto ha candidato Nicola Pantaleo (nuoto), Martino Montanaro (taekwondo) e Maurizio Lobuono (pesi), più Antonietta Del Coco (Fitet) per i tecnici, Valentina Calò (rotelle) per gli atleti e Mimmo Marzullo (Csen) per gli enti di promozione. Con Rondinone ci sono Alberto Lategola (vela), Francesco Mantegazza (tennis) e Eusebio Haliti (atletica), con Arturo Russo (Csen) per i tecnici, Veronica Inglese (atletica) per gli atleti e Antonio Adamo (Uisp) per gli enti di promozione. Tennis e atletica sono tra le federazioni che a livello nazionale sembrerebbero orientate a schierarsi con l’ex canoista Luciano Buonfiglio, mentre Giliberto potrebbe gravitare nell’orbita di Luca Pancalli. Questo sempre che il 14 aprile Malagò sciolga la riserva e, preso atto del mancato intervento del governo su una possibile deroga al divieto di terzo mandato, ufficializzi il ritiro: l’ipotesi è che il presidente uscente stia preparando una propria candidatura alternativa alle due già note.
Nell’assemblea nazionale del Coni votano anche tre delegati delle strutture territoriali (Nord, centro e sud), di qui la corsa a controllare le regioni.
Con la riforma dello sport al Coni è rimasta solo la competenza sulla preparazione olimpica, mentre i soldi sono al sicuro nella cassaforte di Sport&Salute, saldamente nelle mani del ministero dell’Economia. Come si spiega allora l’attivismo della politica per il comitato regionale pugliese? Da un lato ci sono le imminenti elezioni regionali: da settimane i consiglieri regionali di centrosinistra organizzano in giro per la Puglia incontri per «presentare» alle società i bandi sullo sport. E poi ci sono i Giochi del Mediterraneo di Taranto, sfilati alla Regione dal governo che li ha affidati al commissario Massimo Ferrarese. Piazzare un proprio uomo al Sis (il Servizio impianti sportivi del Coni) potrebbe servire a rientrare dalla finestra.
Sullo sfondo c’è però la necessità di costruire il dialogo con la Regione, dove Emiliano è in scadenza: il Coni chiede una revisione della legge sullo sport, in particolare in materia di contributi agli atleti di livello nazionale. E dovrà interfacciarsi con il prossimo governatore.