«Avete visto che succede senza il mio terzo mandato?»: la battuta del governatore Michele Emiliano, secondo i ben informati, ha interrotto martedì la discussione tra molti consiglieri regionali che compulsavano una tabella, redatta da un veterano di Via Gentile, con una possibile divisione dei seggi per le prossime elezioni regionali (il foglio registrava Antonio Decaro presidente eletto). Qualche consigliere, infatti, sul proprio pc aveva un file con una elaborazione - senza dubbio approssimativa - che forniva una divisione dei seggi del prossimo centrosinistra.
Chi ha visto questo «studio» ha ritrovato il probabile boom del Pd a trazione decariana, il superamento dello sbarramento da parte dei partiti nazionali Avs e 5S, salvo a Bari e Lecce, ma ha anche riscontrato come la probabilità di elezione con l’attuale legge di un candidato nelle prossime civiche possa avere le certezze di chi partecipa ad una riffa. «A Brindisi - racconta chi ha consultato queste proiezioni - con lo scontato successo dei dem, come si può prevedere il conseguimento del seggio della lista Con, o della lista Decaro presidente, di quella dei socialisti-laici o di Per la Puglia?».
Questo dibattito si è sviluppato a latere delle riflessione degli interpreti di un presunto Decaro-pensiero sulla prossima tornata - qui si entra quasi in un campo per aruspici - tra tentazione di rinnovare in larga parte il fronte degli eletti progressisti, i dubbi sulle tante o poche liste civiche, e l’imprevedibilità dell’algoritmo della legge elettorale. Insomma nel centrosinistra, fuori dal Pd, tutti fanno i conti con il pallottoliere per comprendere quale può essere il vettore migliore per tornare in Consiglio regionale. E così, anche chi aveva espresso apprezzamento per Decaro (ma non è certo di trovare casa nella lista del presidente), potrebbe guardare al centrodestra, che - con i 5 Stelle assorbiti nel campo largo - potrà contare (se sconfitto) sui 21 seggi certi che vengono assegnati all’opposizione. E con soli 14 uscenti, il fronte conservatore potrebbe avere ben sette appetibili caselle per la rielezione degli uscenti.
Ieri, intanto, c’è stata l’ufficializzazione dell’ingresso del moderato Napoleone Cera nella Lega: l’operazione è stata preparata da Claudio Durigon e da Roberto Marti, ed è stata suggellata da una foto con il vicepremier Matteo Salvini. «Ho scelto la Lega con convinzione, perché credo che oggi sia il partito che possa offrire risposte concrete alle problematiche della nostra regione e del Mezzogiorno», ha spiegato l’esponente dauno che aveva rotto con Forza Italia per il voto favorevole al governo Emiliano del dicembre scorso, nella sessione di Bilancio. «Entrare in questa squadra - ha aggiunto - significa portare avanti con ancora più forza le istanze della Puglia e dare voce a un territorio che merita maggiore attenzione». «Non mi interessano le polemiche, ma i risultati. La politica ha senso solo se porta beneficio ai cittadini. Ho scelto di aderire alla Lega perché - ha concluso replicando anche qualche opinione critica sul passaggio emersa sui social - voglio continuare a lavorare con serietà e determinazione per la mia terra».
In questa fase convulsa di fine mandato, diventano così appetibili i tre partiti del centrodestra: la rete civica di Puglia popolare di Massimo Cassano guarda alla Lega o a Forza Italia, al pari del consigliere uscente Antonio Scalera (civico di centrodestra). L’ex renziano Massimiliano Stellato, ora vicino a Michele Emiliano, potrebbe non escludere un ritorno a destra, mentre nel Brindisino è un rebus la collocazione di Mauro Vizzino, che potrebbe doversi confrontare con big come Fabiano Amati e Toni Matarrelli nello stesso recinto civico decariano.
Gli unici partiti a rischio overbooking, infine, sono il Pd e Fratelli d’Italia (che al momento, in tutta Italia, congela eventuali ingressi dalla Lega): considerati i partiti più forti delle due coalizioni, hanno code dietro le segreterie di candidati in cerca di una chance per arrivare in Via Gentile...