Sabato 06 Settembre 2025 | 19:34

Colf e badanti costose e introvabili, le famiglie pugliesi e lucane sempre più indebitate

 
Gianpaolo Balsamo

Reporter:

Gianpaolo Balsamo

Colf e badanti care e introvabili famiglie sempre più indebitate soldi nostri

In Puglia e Basilicata le figure regolari sono meno del 50%. Assindatcolf: deducibilità del lavoro domestico

Martedì 20 Febbraio 2024, 11:54

Colf, badanti e baby sitter sempre più introvabili (almeno quelle referenziate e con contratti regolati che Inps è in grado di monitorare) e sempre più costose per le tasche delle famiglie costrette ad avvalersi di lavoratori domestici. Il web è pieno di portali e agenzie specializzate nella ricerca di personale domestico. Eppure trovare una persona a cui affidare genitori, figli e casa (sia ben inteso, non solo in Puglia) non è per niente semplice. E spesso si ricorre al lavoro straniero, soprattutto del Nord dell’Africa e dell’Asia con grossi problemi di integrazione.

È quanto è emerso nel corso dello studio «Dove sta andando il welfare? Salute, assistenza e previdenza nelle attese delle famiglie» realizzato dal Censis per Assindatcolf (Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico) incentrato soprattutto sul tema del «welfare incompiuto». Per il 49,1% delle famiglie datrici di lavoro domestico la badante non basta: ci si deve occupare in prima persona, come caregiver, di un parente anziano o non autosufficiente. D’altra parte colf e badanti diminuiscono: dopo l’incremento del biennio 2020-2021, a causa delle restrizioni del Covid, che avevano invogliato la riemersione di molte lavoratrici in nero e anche a seguito della sanatoria approvata dal governo Draghi, nel 2022-2023 si è tornati ai numeri del triennio 2017-2019. Un calo così consistente di lavoratrici e lavoratori domestici, però, fa pensare piuttosto ad una nuova crescita dei rapporti irregolari.

«Nonostante il calo generale dei lavoratori domestici, sono comunque numeri importanti. In Italia - commenta Andrea Zini, presidente dell’Associazione dei datori di lavoro domestici - sono poco meno di un milione mentre in Puglia sono quasi 30mila rapporti di lavoro e poco meno di 4mila in Basilicata. Numeri che devono far riflettere soprattutto se si tiene presente le condizioni strutturali del Sud dove, per esempio, le Rsa sono meno rispetto al Nord. Nel Mezzogiorno, inoltre, a causa della mancanza di lavoro e delle condizioni economiche inferiori, la famiglia tradizionale ha la necessità di gestire il proprio anziano non autosufficiente in casa. Spesso assumendo badanti e colf in nero, ovviamente senza versare loro contributi. Le 900mila conosciute dall’Inps e contrattualizzate regolarmente sono meno del 50% dei lavoratori domestici impiegati secondo la stima dell’Istat»

La necessità di intervenire sulla spesa pubblica, il progressivo mutamento dei bisogni sociali e l’evoluzione demografica del Paese hanno messo in affanno il sistema, lasciando aperte molte questioni che in breve tempo sono diventate emergenze. E quella dell’assistenza domestica rischia di aggravarsi se non vengono attuati interventi mirati come la totale deduzione del costo del lavoro domestico.

«In particolare - spiega meglio Andrea Zini di Assindatcolf - se nel 2020 è stato riservato alla spesa sanitaria pubblica il 7,4% del Pil, nel 2026 si prevede che sarà solo il 6,1%; le strutture residenziali socio-assistenziali e sociosanitarie attive sono 12.576, con un’offerta di circa 414.000 posti letto e quasi 3 milioni di non autosufficienti: solo un 7%, dunque, avendo le risorse sufficienti, può ambire a trovare una sistemazione. La normalità è, quindi, la casa ma la gestione dell’anziano tra le mura domestiche non è gestita dagli aiuti dello Stato. Oppure gli aiuti erogati vengono anche spesi male: l’indennità di accompagnamento che viene elargita in funzione della gravità della non autosufficienza non tiene conto assolutamente di come essa venga spesa per cui arriviamo all’assurdo che paghiamo la badante in nero con i soldi dello Stato».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)