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«Turismo in Puglia, un anno buono. Il 2024? È a rischio, ma c’è il G7», il parere di Federalberghi

 
Marisa Ingrosso

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Marisa Ingrosso

«Turismo in Puglia, un anno buono. Il 2024? È a rischio, ma c’è il G7», il parere di Federalberghi

Caizzi: avvisaglie macroeconomiche di una «stretta» e bisogna porre attenzione alle difficoltà degli operatori dei 3 stelle. «La fascia media è in crisi»

Venerdì 29 Dicembre 2023, 13:05

Per il turismo di Puglia si chiude un anno buono (al netto delle difficoltà importanti dei tre stelle), e si apre un 2024 in cui, su un panorama cupo di probabile stretta economica mondiale, scintilla una possibilità storica racchiusa in due lettere: G7. È questa l’analisi dell’imprenditore Francesco Caizzi, vicepresidente di Federalberghi nazionale e presidente del ramo pugliese dell’organizzazione, raccolta a margine di una sua visita al direttore Mimmo Mazza, nella Redazione centrale della Gazzetta.

Presidente Caizzi, siamo a chiusura di 2023, che bilancio fa?

«Alla fine, è un bilancio buono. Viene certificata la fine del periodo Covid (anche se ne sente riparlare) e abbiamo avuto una ripresa molto forte del mercato straniero, che in un certo modo si collega a un andamento mondiale giacché le risorse, come sempre succede dopo periodi del genere, si accentrano sempre in poche mani. Quindi gli stranieri, una fascia medio-alta, ha viaggiato e tanto ed è un motivo, uno dei motivi, per cui noi abbiamo avuto degli ottimi risultati. Circa la nostra stagione estiva, ci sono state delle ombre, soprattutto sul mercato italiano. Cosa di cui il sottoscritto aveva già parlato a febbraio-marzo, perché i dati macroeconomici dicevano che c’era un problema di crisi economica della fascia media. Nello specifico, il mercato, anche il mercato italiano, è cresciuto in Puglia; ma se noi andiamo ad analizzarlo per segmento, ci accorgiamo che i villaggi tre stelle, gli alberghi tre stelle, hanno perso anche fino al 20-25%. E non si può far finta di nulla. Sono aziende, ci sono delle famiglie e bisogna porvi attenzione. Quindi possiamo dire che l’estate, nel complesso, è andata bene, ma le ombre bisogna analizzarle. Da novembre sembra che si sia spento qualcosa. E anche lì, come spesso succede, secondo me, c’è la mancata capacità di vedere oltre e di accontentarsi dei buoni risultati. Il clima ha inciso notevolmente, è esploso l’inverno e, dopo tre anni durante i quali le strutture in montagna erano chiuse, quest’anno gran parte della gente, ai primi freddi, è andata a sciare. Quindi i dati (dei flussi turistici intercettati dalla Puglia; ndr), che noi vedremo scomposti novembre-dicembre, probabilmente ci porteranno un rallentamento rispetto al 2022. Teniamo anche conto però che noi non abbiamo pianificato, noi non abbiamo programmato».

Noi chi? Chi non ha pianificato e non ha programmato?

«La Puglia».

Gli operatori? O la Regione?

«La Regione Puglia. Forse non sarebbe cambiato molto, giacché c’era molta voglia di neve. Però mi chiedo: qualcuno ha programmato in maniera centralizzata, come Regione, il Natale e tutti gli eventi che si fanno a cavallo di dicembre e gennaio in Puglia? Perché è vero che in molti vogliono andare in montagna, ma è anche altrettanto vero che siamo gli unici ad avere delle temperature che sfiorano in 18-20 gradi. C’è un gruppo di lavoro che ragiona su questi eventi, in tempi adeguati, per poter fare un’attività di programmazione? Io non lo vedo».

Hanno concluso il piano strategico.

«È l’ennesimo piano messo lì e vedremo quali saranno i risultati. Sono stanco di sentire di piani strategici. La Puglia ne ha fatti tre. Io voglio dei piani operativi che spieghino come si fanno determinate cose».

Per esempio?

«Per esempio, come valorizzi il mare? Qual è l’azione che ti fa valorizzare il mare? Vorrei saperlo. Io faccio il mio, sono aperto tutto l’anno, do i servizi, do formazione, ho i dipendenti. Il mio lo faccio. La Regione ha una quantità di risorse importanti. Cosa fa? Dopo due anni vorrei qualcosa di operativo».

Cosa si aspetta da questo 2024?

«C’è il rischio di una frenata globale, questo ci dicono i dati macroeconomici. E, quindi, c’è il rischio che si fermi una parte del turismo».

E il G7?

«Il G7 è una vetrina splendida ed esalterà la regione nei suoi aspetti storici, che la contraddistinguono, ma evidenzierà probabilmente anche delle lacune. Trasporti, per esempio. Dovranno arrivare qui 5-6.000 persone in un periodo in cui le strutture alberghiere hanno già avviato la loro attività, forse qualche problema organizzativo potrebbe esserci. Però il Forum intergovernativo dei 7 grandi è una vetrina talmente importante che bisogna fare tutti gli sforzi possibili e immaginabili perché si ottengano dei risultati. In quella settimana staremo al centro del pianeta. È una cosa incredibile. E, a prescindere da chi ha portato qui questo evento, cioè il Governo attuale, questo è un grande risultato di tutta la storia del turismo pugliese, sia dalla parte istituzionale regionale sia, in modo preponderante direi, da parte degli imprenditori. E non parlo di quelli attuali, ma della generazione di mio nonno e mio padre che, con grandi sacrifici, hanno creato le proprie aziende».

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