CEGLIE MESSAPICA - Come presidente dell’Anci è in prima linea a difendere i sindaci sui due temi caldi dell’estate, l’emergenza migranti e il taglio dei fondi Pnrr che stanno creando gravi difficoltà ai Comuni («Ormai parlo più con Fitto che con mia moglie»). Ma Antonio Decaro deve guardare anche in casa sua, a Bari, dove il centrosinistra è ancora alla ricerca di una quadratura per le amministrative del prossimo anno. E così da Ceglie Messapica, circondato dai colonnelli meloniani Marcello Gemmato e Filippo Melchiorre, Decaro fa strategia e mostra di non credere (più) al terzo mandato che pure ha tanti estimatori nella Lega: «Preferisco pensare ad altro e pensare a un altro candidato, poi chi vivrà vedrà».
Ed ecco che Decaro demanda al prossimo candidato sindaco anche il compito (arduo) di tracciare il perimetro della coalizione, che in Puglia è da sempre a geometria variabile tra i distinguo delle liste civiche: Michele Emiliano, padre padrone del centrosinistra pugliese, notoriamente non bada alla «purezza» dei suoi alleati. E siccome, stando così le cose, Decaro è il più titolato a prendere il posto di Emiliano in Regione, nel 2025 o quando sarà, viste le incertezze conviene non mettere troppi paletti né sui nomi né sul metodo. «Le alleanze per le amministrative di Bari le dovrà tessere il prossimo candidato del centrosinistra - dice Decaro -, da scegliere attraverso una discussione interna o anche con lo strumento delle primarie».
Decaro mostra di non essere troppo impegnato neppure sull’ipotesi della candidatura alle Europee, di cui pure parlerà a fine settimana prossima con la segretaria Schlein attesa in Salento. E di non credere all’ipotesi del partito del Sud, che periodicamente torna a balenare nell’agone degli scontenti. «È anomalo che proprio il sindaco, scelto direttamente dai cittadini, non può avere più di due mandati contrariamente ai parlamentari che possono fare anche dieci legislature e magari nel loro collegio nemmeno sanno di averlo eletto». Fatto sta che del suo ruolo di sindaco Decaro parla ormai al passato: «Bari oggi è più bella che in passato. Fare il sindaco è stata l’esperienza umana più bella della mia vita, non so che farò adesso, potrei anche tornare al mio mestiere di ingegnere».
In platea Decaro era accanto al viceministro Francesco Paolo Sisto e agli uomini di Fratelli d’Italia che hanno portato la famiglia Meloni in Salento, a partire dall’ex sindaco di Ceglie, Luigi Caroli, tra i pochi ammessi nella masseria Beneficio dove la premier ha passato le vacanze. Ma qui, in Puglia, i meloniani sono all’opposizione e puntano a non rimanerci. «A chi mi chiede perché deve aspettare un anno per un esame strumentale - ha detto Gemmato, sottosegretario barese alla Salute - rispondo che le leve della sanità sono in capo alla Regione guidata da Emiliano. La prima cosa che abbiamo fatto quando siamo arrivati al governo è stato aumentare di 8 miliardi in tre anni il Fondo sanitario nazionale. Basta con l’idea che la sanità sia motore di consenso e di clientelismo».
Ieri sul palco di Ceglie (aperto da un collegamento con Vittorio Feltri e chiuso da Licia Ronzulli, introdotta da una clip di Silvio Berlusconi, e Carlo Fidanza) c’erano anche i ministri Adolfo Urso e Marina Calderone. Urso ha confermato che nei programmi del governo non c’è il taglio delle accise sui carburanti, ritenuto inutile. «Con il taglio di 25 centesimi fatto da Draghi - ha detto il ministro delle Imprese - il prezzo della benzina scese più o meno al livello attuale. Quel taglio è costato un miliardo di euro al mese, se lo rifacessimo dovremmo spendere 13 miliardi di euro l’anno. Meglio usare quei soldi per il taglio del cuneo fiscale che va reso strutturale. Il faro del governo è aiutare chi ne ha più bisogno, e far guadagnare di più chi lavora». Calderone ha confermato che sul Reddito di cittadinanza non si torna indietro: «Per come è gestita oggi - ha detto - la parte dell’accompagnamento al lavoro non ha funzionato. Il reddito ha svolto la sua funzione solo come sussidio». «La mia paura - le ha replicato Decaro - è che chi ha perso il reddito di cittadinanza e non ha trovato lavoro si ritrovi per strada». Stasera (dalle 18,30) tocca ai vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini (in collegamento) e al ministro Raffaele Fitto.