BARI - La Giunta regionale pugliese «ha preso atto della decisione dei ministeri della Salute e dell’Economia di chiedere alla Regione Puglia di sospendere gli screening previsti dalla legge regionale per i tumori al seno e al colon retto perché la Puglia è in piano operativo e le spese non sarebbero previste dai livelli essenziali di assistenza», lo comunica la Regione.
«Poiché la Giunta - spiegano il presidente Michele Emiliano e l'assessore alla sanità Rocco Palese - ritiene che al di là della qualificazione formale, gli screening tumorali per la mammella e al colon rientrino non solo nelle attività previste dai Lea, ma dai protocolli, seppure per fasce di età superiori, ha chiesto al Dipartimento politiche della salute di revocare la nota inviata alle Asl, inoltrando al Ministero la richiesta di immediata autorizzazione ad eseguire gli screening anche con fondi del bilancio ordinario, che nelle more verranno immediatamente accantonati».
«Infatti la tutela della salute tramite gli screening allargati delle donne e degli uomini a più a rischio di gravi malattie resta uno - concludono - dei punti qualificanti del programma della giunta regionale e su questo non intendiamo arretrare».
LE PAROLE DI BELLOMO
«Imbastire una polemica politica sugli screening tumorali, come fanno in Puglia il consigliere Amati e il governatore Emiliano, è davvero miserevole. Un imbarazzante teatrino, alla disperata ricerca di un consenso ormai svanito, pur sapendo benissimo che la legge approvata dal Consiglio, che comportava un impegno di spesa di 70 milioni di euro, non aveva il preliminare referto tecnico positivo. Un’anomalia che ha consentito, non si sa bene come, l’iscrizione all’ordine del giorno, traendo in inganno le opposizioni». Lo dichiara Davide Bellomo, parlamentare della Lega, dopo la decisione della Regione Puglia di ritirare la circolare del dipartimento Salute che ordinava alle Asl di interrompere gli screening estesi per la prevenzione dei tumori al colon e al seno.
«Questo comporta - sostiene Bellomo - ovviamente che, andando ad ampliare la platea dello screening al di là dei protocolli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, non si può procedere senza un’autorizzazione dello Stato. E a nulla vale la dichiarazione d’intenti del presidente Emiliano, destinata a rimanere tale, di farsi carico dell’onere con i soldi dei pugliesi. Gli screening previsti dalla legge regionale non sono stati sospesi per colpa dei Ministeri competenti, ma per l'approvazione di norme che erano accompagnate ab origine da un parere negativo dell’Ufficio legislativo del Consiglio. Questa è la verità».