Sabato 06 Settembre 2025 | 18:54

Regione Puglia, Azione lascia il centrosinistra. I renziani: «Ora più condivisione»

 
Michele De Feudis

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Michele De Feudis

Consiglio Regionale Puglia, protesta su ddl omotransfobia: «Stop discrminazioni»

Pd e Cinque Stelle mettono fuori dall’alleanza il gruppo calendiano

Venerdì 20 Gennaio 2023, 14:11

14:12

BARI - Le schermaglie dell’ultimo consiglio regionale sulla collocazione di Azione rispetto al governo Emiliano, dopo la dichiarazione del calendiano Ruggiero Mennea pro maggioranza e la preclusione di Pd, 5S e civiche, hanno effetti sugli equilibri del Terzo polo e sulla costruzione delle prossime alleanze per le regionali del 2025. Il capogruppo Filippo Caracciolo, con gli altri colleghi della maggioranza ha chiuso la porta agli esponenti di Azione, evidenziando «i consiglieri Amati, Mennea e Clemente, eletti nel Pd e nella lista dei Popolari, sono venuti meno al mandato ricevuto dagli elettori, tradendo la loro fiducia e cambiando casacca, dando vita al gruppo di Azione, dopo essersi comportati strumentalmente per anni da consiglieri di opposizione. Ora pretendono di essere considerati parte della maggioranza. Chi ha difatti svolto un ruolo di opposizione al governo presieduto da Emiliano, continui a farla ma in ruolo di minoranza».

Fabiano Amati, commissario regionale dei calendiani (oggi ci sarà una assemblea provinciale a Foggia, domani a Bisceglie), ha specificato la linea del partito: «Il partito di Azione è all’opposizione di Emiliano, dei transfughi 5S, di alcuni voltagabbana del centrodestra premiati con incarichi inesistenti e di tutti i sensali dello stesso Emiliano e dell’emilianismo, inteso come sistema di potere senza costrutto e senza futuro». Poi ha aggiunto: «Da adesso Azione potenzierà ulteriormente il lavoro politico con concrete proposte di leggi; continuerà senza risparmio il lavoro di controllo e vigilanza su tutte le magagne, a cominciare da quelle più vergognose sulla costruzione dei nuovi ospedali; cercherà solidarietà con tutti i partiti e consiglieri regionali, la maggior parte, che hanno in odio il modo inconcludente di fare politica. Insomma, il partito di Azione si metterà in maggioranza con le aspettative e i sentimenti dei pugliesi». Sulle querelle maggioranza e alleanze, Amati chiarisce alla «Gazzetta» che «se il congresso nazionale del Pd sarà vinto da Bonaccini, si consoliderà, come da programma del governatore modenese, il dialogo con il Terzo Polo. È Emiliano che ha tre formi: il Pd, i 5S e le civiche. Con Decaro candidato nel 2025? Le alleanze, a prescindere dai nomi, saranno una diretta conseguenza delle linee nazionali».

Il canovaccio andato in scena nel parlamentino di Via Gentile ha però generato la reazione di Italia Viva, che con una pungente presa di posizione dei coordinatori Ada Fiore e Lorenzo Frattarolo, ha stigmatizzato la mancata condivisione delle scelte regionali (il consigliere renziano Massimiliano Stellato è passato in minoranza): «Il sorprendente risultato elettorale del Terzo Polo del 5% ha certificato - argomentano i leader renziani - la nascita di una forza liberale, riformista ed europeista qui in Puglia. A livello nazionale è stato sottoscritto il patto federativo che ci condurrà alla nascita di un partito unico». Poi una netta critica ai consiglieri di Azione alla Regione: «Il pressapochismo e la fretta possono però essere nemici di questo percorso. La nascita di un gruppo unico regionale sarebbe stato il primo passaggio obbligato e corretto, la condivisione di una linea politica con le basi di Azione e IV un passaggio necessario. Non è soltanto il tema di Emiliano sì, Emiliano no, più giornalistico che politico: si tratta di consolidare l’identità politica di un soggetto che su questioni chiave ha avuto e ha posizioni diverse, talvolta antitetiche, a quelle espresse nel corso di questi anni dalla maggioranza regionale».

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