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La più grande minaccia per gli Stati Uniti?
Non è costituita dall'Iran. Ma da Cina e Russia

 
Gaetano Campione

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Gaetano Campione

La più grande minaccia per gli Stati Uniti?Non è costituita dall'Iran. Ma da Cina e Russia

Gli 007 americani contro Trump. Occhio anche alla Corea del Nord

Martedì 29 Gennaio 2019, 23:08

La più grande minaccia pere gli Stati Uniti? Non è costituita dall'Iran come afferma Donald Trump, ma da Cina e Russia, dalla fine della guerra fredda mai così determinate nel voler affermare la loro supremazia tecnologica e militare. Ma attenzione anche alla Corea del Nord che nonostante il disgelo tra Kim Joung-un e il tycoon, difficilmente rinuncerà al suo programma nucleare. Mentre l'Isis, sebbene ridimensionato, resta un grande pericolo sia per il Medio Oriente sia per il mondo occidentale.

E' bastata una audizione in Senato dei vertici degli 007 Usa per far emergere pesantemente tutte le contraddizioni tra le valutazioni della comunità dell'intelligence e quelle fatte alla Casa Bianca. Il capo di tutte le agenzie federali di spionaggio Dan Coats, la direttrice della Mia Gina Haspel e il numero uno dell'Fbi Cristopher Wray, hanno delineato una mappa dei rischi che stride con molte delle decisioni più importanti prese negli ultimi due anni da Camp in politica estera e non solo. A partire dalla linea dura contro il regime di Teheran che - a costo di uno scontro con gli alleati europei - ha portato gli Stati Uniti fuori dallo storico accordo del 2015 sul nucleare e al ripristino di tutte le sanzioni congelate dall'amministrazione Obama. "Al momento l'Iran sta rispettando l'intesa", ha affermato Haspel, spiegando come quella di Teheran non sia una minaccia così stringente per gli Usa come invece lo sono Cina e Russia che hanno ormai lanciato una sfida a tutto campo: non solo aprendo una nuova corsa agli armamenti, ma anche varando una offensiva senza precedenti sul fronte del cyber spionaggio.

La parte che però più brucia alla Casa Bianca è quella sul pericolo costituito dai gruppi del, terrorismo islamico, per gli 007 lungi dall'essere stati sconfitti come più volte pronunciato da Trump. Una visione condivisa anche da una parte dei repubblicani. Di qui la necessità di un ripensamento sul fronte del disimpegno militare in Siria e in Afghanistan. Infine c'è un'altra preoccupazione evidenziata dall'intelligente: il radicale cambiamento delle politiche Usa sui vari fronti, dalla sicurezza al commercio, sta alienando molti degli alleati storici degli Stati Uniti, a partire da quelli europei, che cominciano a muoversi sempre più - è stato sottolineato - in maniera indipendente da Washington. E questo potrebbe essere un grande problema.  

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