Le problematiche in materia di personale che la Regione ha contestato al consorzio Metropolis di Molfetta nel 2024 sono state «quasi del tutto superate». Rimangono quindi «solo poche criticità» che sono «in via di superamento». È quanto garantisce Luigi Paparella, rappresentante legale del gruppo che gestisce strutture di riabilitazione e assistenza per anziani e disabili in tutta la Puglia con 25 milioni di fatturato e 1.100 dipendenti: «Da oltre 25 anni – dice Paparella - forniamo servizi alle persone fragili in maniera corretta e cristallina. Siamo un pilastro del sistema dell’assistenza territoriale e siamo pronti a fornire ogni ulteriore chiarimento nell’interesse esclusivo degli assistiti e della comunità».
Lunedì scorso la Regione ha notificato al consorzio una lunga missiva in cui, dando atto dell’«atteggiamento collaborativo» assunto in questi mesi, assegna un termine di 60 giorni per ripristinare i requisiti organizzativi previsti dai regolamenti in materia di accreditamento delle strutture sanitarie private. «La Regione – dice Paparella – ha confermato il superamento della maggior parte delle carenze evidenziate nel provvedimento genetico. Già a novembre 2024, durante la fase ispettiva avviata dai Dipartimenti di prevenzione e nei tempi da loro richiesti, abbiamo fornito la documentazione relativa alle 34 strutture attive dimostrando di avere in forza tutto il personale propedeutico e rispondente alle normative, ad eccezione di qualche profilo professionale sanitario poco reperibile sul mercato del lavoro».
«Sono emblematiche – prosegue a questo proposito Paparella - le carenze di personale che esistono in Puglia, come riconosciuto dalla stessa Regione nel corpo del provvedimento, in riferimento a educatori sanitari, terapisti occupazionali e tecnici della neuropsicomotricità, difficili da reperire anche per le Asl, così come la carenza di infermieri nelle Rsa per effetto di concorsi e assunzioni dirette nelle Asl: un tema ben noto alla stessa Regione».
«Il consorzio Metropolis – dice ancora Paparella - nell’area sanitaria vanta oltre 550 dipendenti regolarmente assunti, che prestano la loro attività lavorativa incardinati in ogni struttura ottemperando alle normative vigenti». Per quanto riguarda invece la contestazione iniziale, quella di aver impiegato 98 dipendenti come «jolly» in più strutture, superando i limiti di orario settimanale, per Paparella si tratta di una «teoria assurda»: «Si tratta – spiega – di persone che avevano manifestato interesse a lavorare in altre 20 strutture ancora non attive e in attesa ormai da anni di autorizzazione e accreditamento. Questa circostanza è stata accertata dai Dipartimenti di Prevenzione in sede di verifica: non esiste pertanto, come dimostrato, alcuna sovrapposizione di personale».
Per quanto riguarda invece la diffida del 10 novembre, «sono state evidenziate pochissime criticità assegnandoci 60 giorni per sanarle. Non esiste alcuna evidenza di sovrapposizione del personale in strutture attive né di un numero ridotto di unità di personale impiegato. Ci viene chiesto l’invio di modelli Unilav aggiornati o di proroghe di personale che all’epoca dei controlli aveva un contratto a tempo determinato». Anche riguardo ai rapporti con esponenti politici emersi negli ultimi giorni di campagna elettorale, dice Paparella, «proprio il provvedimento genetico adottato nel 2024 dalla Regione rende evidente che al Gruppo Metropolis non è stato mai riservato alcun trattamento di favore. È indubbio che una realtà leader come la nostra vanti rapporti di stima con le istituzioni, il territorio e la “buona politica”. Ma la stima da parte di chi crede in questa organizzazione deriva solo da un faticoso impegno lavorativo che, con professionalità e correttezza, si fonda sulla vicinanza alle categorie più fragili».















