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Terzo mandato: bagarre in Veneto, liti in Campania, Puglia indenne

 
michele de feudis

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Terzo mandato, bagarre Veneto liti in Campania, Puglia indenne

Lega per il tris di Zaia. De Luca si è già ricandidato, Emiliano lascerà per Decaro

Sabato 18 Gennaio 2025, 12:22

12:29

La querelle per il terzo mandato dei governatori può diventare una spina per il governo e per i rapporti tra gli alleati di centrodestra mentre è già - in Campania - casus belli tra il governatore uscente dem Vincenzo De Luca (pronto alla ricandidatura) e il Pd di Elly Schlein che osteggia i tris. In questo contesto si aggiunge anche l’endorsement del primo cittadino di Milano Beppe Sala per l’abolizione del limite dei mandati per i sindaci. In Puglia, per ora, non ci dovrebbero essere smottamenti, con Michele Emiliano pronto a passare le consegne al dem Antonio Decaro.

I conservatori si divido sul Veneto: il leghista Luca Zaia vuole ricandidarsi, Fi ha in serbo la carta Flavio Tosi, Fdi ha due nomi (Luca De Carlo e Elena Donazzan). Nel mezzo la questione politica, con il Carroccio che preme per riavere Zaia o in alternativa per indicare il successore tra le fila della Liga. il vicepremier forzista Antonio Tajani non fa concessioni ai salviniani: «Non si fanno leggi per una persona, la questione è il principio, il governatore ha più poteri sul suo territorio più del presidente della Repubblica e del presidente del Consiglio, se resta in carica 10 anni credo sia il tempo giusto, è una questione di principio, non è legata a una persona specifica, come Luca Zaia in Veneto o la Campania». E sulle scelte della coalizione media: «Non dev'essere una questione di lottizzazione e spartizione: mettiamo insieme i migliori candidati che ci sono e poi vediamo chi può essere vincente. Se ci sono candidati più forti ben vengano. Noi siamo una coalizione politica, non elettorale, al contrario della sinistra», conclude Tajani. Sulla stessa linea il presidente di Noi moderati, Maurizio Lupi: «Il limite dei mandati per le cariche elettive con forte potere esecutivo, come i presidenti di Regione ed i sindaci, non è una questione personale, ma un istituto democratico e sarà applicata anche alla riforma del premierato».

Dal 1994 ad oggi, però, la coalizione di centrodestra, pur con mille inevitabili fibrillazioni ha mostrato una sostanziale solidità e coerenza che fa immaginare come la Lega, se non dovesse risolversi legislativamente il caso del terzo mandato, potrebbe chiedere una compensazione che costringerebbe il premier Giorgia Meloni a un rimpasto su input del Carroccio: il Veneto andrebbe a Fdi, Piantedosi correrebbe per la Campania, Salvini andrebbe al Viminale e Zaia ai Trasporti.

Nel centrosinistra la determinazione con cui in Campania il governatore De Luca ha sfidato la linea Schlein proponendosi per un tris fa saltare l’ipotesi di sintesi con i contiani che vedeva Roberto Fico come candidato del campo largo. Ieri il leader campano ha ribadito la sua posizione: «Attenderemo con grande serenità il giudizio della Corte Costituzionale. La legge è uguale per tutti e se c'è una violazione delle legge lo è per tutti. Ma nel Veneto Zaia sta completando terzo mandato. Ed è incredibile, ma è così, ci sono tre regioni che hanno approvato la stessa legge: ebbene per due regioni il Governo non dice niente e per una ricorre alla Corte». Poi una stoccata alla Schlein: «Il secondo elemento da analizzare per il futuro del territorio è chi deve decidere se i cittadini o i burocrati: i cacicchi veri non hanno mai rapporti col territorio. La vera scelta - sottolinea De Luca - da porre ai cittadini per il futuro del territorio è se l'ultima parola devono averla gli elettori e non le burocrazie di partito. Saranno questi i temi all'ordine del giorno nei prossimi mesi».

In Puglia la questione terzo mandato riguarderebbe il presidente Michele Emiliano, che però ha disegnato un percorso nel quale il successore predestinato è già scelto con l’indicazione dell’eurodeputato dem Antonio Decaro (ultrafavorito da tutti i pronostici). Solo se l’ex sindaco di Bari dovesse ripensarci, tutto lo schema del centrosinistra andrebbe ridiscusso, con qualcuno tra gli emilianisti che inevitabilmente (se le leggi lo consentissero) correrebbe a chiedere al governatore di ripensarci.

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