Verso il voto
Amministrative Bari, frana il campo largo: «Primarie? No, Laforgia»
I Cinque Stelle frenano Pd e vendoliani. Oggi il raduno dal penalista
BARI - Non bastano la diplomazia e gli artifici retorici a tenere insieme una coalizione che ha due candidati sindaco e dopo otto mesi di discussioni resta lacerata sul metodo per fare sintesi politica: ieri, nella sede del Pd, il tavolo del centrosinistra ha registrata una nuova fumata grigia. Con una novità: l’endorsement del M5S, per il candidato della sinistra Michele Laforgia. il feeling dei grillini per il penalista era noto da tempo, ma il coordinatore regionale Leonardo Donno ha spiegato diffusamente perché non condivide la candidatura «del dottor Leccese», bocciata senza appello. «Era già stata proposta in un tavolo romano e il M5S aveva manifestato netto dissenso», chiarisce alla Gazzetta il deputato di Nardò.
Nel salone dem ci sono Alessandro Emiliano, Michele Boccardi (per Con), si affaccia Sandrino Cataldo di Sud al centro. Tra i presenti anche Mary Lorusso, consigliere comunale passata con Decaro dal centrodestra, Leo Magrone, Corrado Petrocelli, Silvia Russo Frattasi, seduta accanto a Riccardo Montingelli, coordinatore di Progetto Bari. Quest’ultimo ha fatto una appassionata presentazione della candidatura di Vito Leccese: «Sono profonde le radici del suo impegno civico» e ai contiani ha ricordato che «è un protogrillino, antelitteram», per le sue sensibilità ecologiste, già promotore del 118, nonché espressione della continuità amministrativa con la giunta Decaro.
Subito dopo è arrivata dal doccia fredda di Donno: «Avevamo chiesto una soluzione per allargare la coalizione con un profilo non appartenente agli apparati di partito per il rinnovamento necessario . I candidati del Pd non potevano rappresentare tale posizione, abbiamo rinunciato a proporre legittimamente un nostro nome. Ora il Pd propone il dottore Leccese, che non corrisponde alla richiesta, unica, che avevamo fatto. Non c’è rinnovamento ma una soluzione interna alla amministrazione uscente. Siamo confusi. Il Pd ci sta spingendo in una percorso obbligato senza riconoscerci pari dignità». La puntualizzazione finale tra gli applausi della sinistra: «Laforgia è l’unico che incarna una prospettiva nuova, di rinnovamento».
«Primarie con regole ferree»: questa la soluzione mediata proposta da Domenico De Santis, segretario regionale dem, che ieri festeggiava il genetliaco. «Non è tempo di muri. Sono del 1982 e sono contento che sia caduto il Muro di Berlino. Sono più le ragioni per stare insieme che quelle per dividerci. In passato le primarie hanno unito un centrosinistra diviso. Noi così interpretiamo la richiesta di personalità come Nichi Vendola, Gianfranco Viesti, Enzo Lavarra, Angela Barbanente».
La risposta della Giusta causa, associazione fondata da Michele Laforgia: «Siamo convinti - spiega Anna Maria Candela - che la sintesi non si trova con un braccio di ferro o santificando uno dei due candidati, ma cercando le ragioni politiche con cui una delle due candidature garantisce il perimetro più largo. Il punto è esprimersi sulle ragioni politiche». Oggi l’associazione terrà una assemblea in Corso Vittorio Emanuele con Michele Laforgia (ma è stato invitato anche Leccese). Nel finale c’è stata anche la polemica battuta di Tonio Cafagno, rappresentante di Azione che ha protestato per essere stato fatto intervenire tra gli ultimi («sono di peso solo fisicamente», ha sentenziato il gigante calendiano) e ha chiesto di fare al più presto le primarie. L’incontro si è chiuso con una nota ecumenica e la comunicazione che il tavolo resta riunito in modo permanente (c’è l’ipotesi di una prossima convocazione per il prossimo fine settimana).
A destra, di contro, ci sono indiscrezioni che segnalano la definizione del quadro con le candidature a Bari di Fabio Romito, in ticket con il senatore meloniano Filippo Melchiorre, mentre a Lecce Adriana Poli Bortone sembrerebbe in pole rispetto a Ugo Lisi e Paolo Pagliaro (si attende il pronunciamento decisivo del ministro meloniano Raffaele Fitto).