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Corte d'Appello
a Potenza
diminuiscono pendenze

 
Rita Schena

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Rita Schena

anno giudiziario

Sabato 27 Gennaio 2018, 14:57

POTENZA - Tra il 1 luglio 2016 e il 30 giugno 2017 il saldo tra i procedimenti sopravvenuti e quelli definiti «è in attivo del 10,9%»: sono stati infatti definiti, nel Distretto di Corte d’Appello di Potenza, 2.651 procedimenti in più rispetto a quelli sopravvenuti (circa 24 mila rispetto ai circa 26 mila definiti) con una riduzione del 16,6% della pendenza (da 15.925 a 13.274). I dati sono contenuti nella relazione che il Procuratore generale presso la Corte d’Appello di Potenza, Armando D’Alterio, ha illustrato nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario.
Le cifre, quindi, «evidenziano la ripresa del trend di progressivo recupero delle pendenze», e resta invariata - ha aggiunto il procuratore - la durata media dei processi (208 giorni). Nel periodo esaminato, inoltre, i delitti contro la pubblica amministrazione sono diminuiti dell’1,9%, i reati di omicidio colposo o lesioni si riducono del 24,5%, così come quelli contro il patrimonio (-7,8%). I reati contro la libertà sessuale aumentano invece da 75 a 88 tra il 2016 e il 2017, mentre l’aumento per i reati informatici è del 19,9%.

Nel corso della cerimonia è stato anche più volte segnalata la mancanza di organico in vari ambiti del distretto: «Deve essere ben chiara - ha evidenziato la presidente della Corte d’Appello, Rosa Patrizia Sinisi - la consapevolezza della gravità delle difficoltà peculiari paralizzanti nelle quali versa il distretto di Potenza per la continua mobilità dei magistrati che fa toccare i picchi del 63% di scopertura nel tribunale di Lagonegro, e il 28% in quello di Potenza».

Nel suo intervento, il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Mimmo Sammartino, ha invece ricordato l’importanza di «difendere il diritto di cronaca e di critica» dei cronisti «non solo contro i potentati economici e le mafie, ma anche contro le leggi bavaglio», auspicando l’abrogazione del carcere per i reati di diffamazione, e un intervento «in grado di scoraggiare le querele temerarie»: per Sammartino, infine, «non si possono fare i giornali senza i giornalisti, ed è necessario anche distinguere tra il giornalismo e il pattume del web».

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