POTENZA - Il Centro Oli di Viggiano (Potenza) dell’Eni è diventato, in particolare dal punto di vista ambientale, un impianto di rilevanza nazionale e il suo funzionamento sarà controllato dalla Regione Basilicata e soprattutto dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale). Lo ha annunciato nel pomeriggio, a Potenza, il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella (Pd), incontrando i giornalisti per fare il punto sulle attività avviate nell’impianto dopo la sospensione, decisa il 15 aprile scorso dalla Giunta regionale, in seguito al ritrovamento, fuori dal recinto del Cova, di petrolio.
La rilevanza nazionale del Centro Oli, certificata nei giorni scorsi in una riunione svoltasi a Roma con lo stesso Ispra e con alcuni Ministeri, fa intervenire sull'impianto tutto il sistema nazionale di protezione ambientale.
Pittella e l’assessore regionale all’ambiente, Francesco Pietrantuono, hanno spiegato che l’Eni sta lavorando per attuare le prescrizioni indicate dalla Regione nella delibera di sospensione dell’attività del Centro Oli in vista della sua riapertura. La sospensione stabilita dalla Regione è di 90 giorni: l’Eni avrebbe completato la realizzazione del sottofondo di un altro dei quattro serbatoi dell’impianto. Due serbatoi sono il minimo per riprendere la produzione (al Cova di Viggiano vengono trattati ogni giorno decine di migliaia di barili di petrolio estratti dai giacimenti della Val d’Agri): «Quando la messa in sicurezza dell’impianto - ha detto Pittella - sarà stata certificata e, in parallelo, saranno andati avanti il piano di caratterizzazione e la verifica completa sul funzionamento del Centro, vedremo se la produzione potrà riprendere». Il governatore, infine, ha reso noto che nel fiume Agri e nella diga del Pertusillo non sono state trovate tracce di contaminazione da petrolio.