Da un lato la «situazione di flessione in cui versa il settore automotive», dall’altro «l’attuale contesto internazionale che mantiene lo scenario dell’intero comparto in uno stato di incertezza». Sono queste le motivazioni alla base della proroga di ulteriori 12 mesi del contratto di solidarietà per i lavoratori dello stabilimento Stellantis di Melfi. Il contratto che scadeva il 26 giugno è stato prorogato sino al 26 giugno 2026. A firmarlo, ieri, l’azienda ed i rappresentanti dei metalmeccanici di Fim, Uilm, Uglm, Fismic e Fiom nel corso di un incontro in cui sono stati confermati i nuovi modelli ed il cronoprogramma con «l’attuale Ds8 che già è in linea e sul mercato, l’avvio della produzione della nuova Jeep Compass a fine settembre 2025, l’inizio della produzione della nuova Ds 7 a marzo 2026 e la partenza della nuova Lancia Gamma a giugno 2026». Un percorso definito dunque, su cui continuano a pesare alcune criticità, a cominciare dall’occupazione. Come sottolineano i sindacati. «Auspichiamo che con il lancio dei nuovi modelli entro i primi sei mesi del prossimo anno non sarà più necessario l’utilizzo di ammortizzatori sociali» sottolinea il segretario generale della Fismic Basilicata Pasquale Capocasale, mentre per il segretario provinciale dell’Ugl metalmeccanici di Potenza Giuseppe Palumbo e la segretaria generale Ugl Basilicata Florence Costanzo, anche se «allo stato rimangono grandi criticità» si registra«un diverso approccio dal punto di vista del confronto sindacale, così come auspicato da tempo».
Ad evidenziare la situazione dell’indotto è, in particolare, la Uilm. «Restano forti preoccupazioni, a partire dalla situazione di Marelli. L’intero comparto dell’indotto automotive deve essere messo al centro dell’attenzione: senza una rete di fornitori solida e stabile, non c’è futuro per il sistema industriale lucano» precisano gli esponenti della Uilm che evidenziano anche come «l’impegno dichiarato da Stellantis di “attenzionare l’indotto” deve tradursi in atti concreti, a partire dall’assegnazione di nuove commesse e da scelte coerenti con la revisione del piano “Italia”, che ad oggi risulta ancora troppo vago per offrire vere certezze al territorio».
A chiedere nuove assunzioni è la Fiom Cgil che dice «sì al ricorso al contratto di solidarietà per un altro anno» ma chiede di compensare le fuoriuscite incentivate. «Non si fermano le fuoriuscite incentivate, tanto che il numero di addetti nello stabilimento sarebbe calato ulteriormente, arrivando a 4860 – spiega la segretaria regionale Giorgia Calamita - Come Fiom Cgil abbiamo pertanto chiesto all’azienda di garantire un turnover per gli incentivi all’esodo compensando le fuoriuscite volontarie con nuove assunzioni e di dare garanzie sui livelli occupazionali in quanto le ripercussioni di tale politica ha un impatto devastante sull’indotto e su tutta l’area di San Nicola di Melfi, estendendosi all’intera regione per gli effetti economici e per lo spopolamento».