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Dopo sette anni torna il Potenza Basilicata Pride, il corteo per i diritti e la libertà

 
Redazione online

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Dopo sette anni torna il Potenza Basilicata Pride, il corteo per i diritti e la libertà

In campo domani, 22 agosto, dalle ore 15.30

Mercoledì 21 Agosto 2024, 15:30

POTENZA - Dopo sette anni, domani, mercoledì 22 agosto, torna il Potenza Basilicata Pride, giunto alla seconda edizione. Il tema individuato per quest’anno è la libertà nel vivere il proprio orientamento sessuale e la propria identità di genere, fino ad arrivare alla scelta sul proprio corpo. Il corteo avrà luogo in Piazza Prefettura dalle 15:30 alle 16:30, per poi partire e attraversare via Pretoria, via Mazzini, via Angilla Vecchia e viale Firenze, arrivando infine al Parco Baden Powell dove avrà luogo la festa finale dalle 20 alle 23:30.

«L’iter autorizzativo è iniziato a maggio - ha dichiarato Max Caggiano, direttore artistico del Potenza Basilicata Pride - ma tra festa patronale (che nel capoluogo lucano è molto sentita), elezioni amministrative e insediamento della nuova giunta, i ritardi sono stati numerosi. Abbiamo sin da subito provato a coinvolgere tutte le realtà associative del territorio, per sviluppare un consenso il più ampio possibile, mantenendo il compromesso prossimo allo 0: abbiamo rifiutato a gran voce l’appoggio di partiti e sindacati (se non studenteschi). In effetti per noi organizzare un Pride completamente dal basso era un limite invalicabile, nonostante le ovvie difficoltà economiche (motivazione per la quale non abbiamo una madrina dell’evento). Ciò non significa rifiutare le istituzioni (che di fatti patrocineranno questa festa), ma non voler rendere questa battaglia una bandierina politica».

«In una regione a rischio spopolamento come la Basilicata - ha continuato - non basta rivendicare i diritti di una singola porzione di minoranze, è invece necessario ribadire con forza che le persone da qui vanno via non solo per studio o lavoro, ma anche perché non si sentono accolte e protette all’interno della propria comunità. Ciò non vale solo per le differenze di orientamento sessuale e identità di genere, ma anche per tutte quelle donne e ragazze che vedono il loro diritto all’aborto negato da una inspiegabile obiezione di coscienza diffusa, e per chi, sopravvissuto a una traversata nel mediterraneo, arriva in Basilicata e trova la morte in un CPR: la nostra è un’idea trasversale di libertà che non può prescindere da una consapevolezza territoriale e ambientale».

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