Sabato 06 Settembre 2025 | 11:15

È emergenza cinghiali nei comuni della Val d’Agri

 
Antonella Inciso

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Antonella Inciso

È emergenza cinghiali nei comuni della Val d’Agri

Censiti 24 mila capi, 1200 saranno subito abbattuti

Sabato 08 Giugno 2024, 10:49

Ventiquattromila capi sparsi sul territorio dei 29 comuni che rientrano nel Parco dell’Appennino lucano, di cui duemilacento da catturare e milleduecento da abbattere entro fine anno. Sono i numeri dell’emergenza cinghiali nell’area della Val d’Agri, territorio per il quale in alcune zone, dopo un anno dai primi allarmi, sussistono ancora i timori per la diffusione della peste suina. Una criticità, quella dei cinghiali, sollevata più e più volte dalle organizzazioni di categorie che, nel tempo, in Val d’Agri ed in tutta la Basilicata, sta diventano una vera e propria emergenza anche dal punto di vista economico. Basti pensare che sul territorio lucano sono stati tra il milione e mezzo ed i due milioni di euro l’anno i danni quantificati dagli ungulati, a cui aggiungere i danni provocati dagli incidenti automobilistici. Monitorare, controllare, depopolare sono le strategie a cui si guarda. Strategie su cui si sta muovendo proprio il Parco nazionale dell’Appennino lucano Val d’Agri Lagonegrese che ha messo in campo tutta una serie di iniziative per affrontare l’emergenza. Tra queste l’acquistato di15 trappole per la cattura dei cinghiali, il completamento della procedura per l’affidamento e la gestione dell’eccessivo numero della popolazione di ungulati con il ritiro di quelli catturati e, soprattutto, la formazione di circa 300 selecontrollori-bioregolatori. Insomma, azioni precise – secondo il commissario straordinario del Parco, Antonio Tisci – che rappresentano “una prima risposta del Parco all’emergenza cinghiali sollevata dal presidente della Comunità del Parco Rubino e da molti cittadini e amministratori dell’area”. “In questo primo mese di mandato come commissario straordinario del Parco nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese ho deciso di dare priorità alla soluzione di questa emergenza in modo da poter ridurne l’impatto e, contemporaneamente, ristabilire il corretto equilibrio tra le specie selvatiche – commenta ancora Tisci - Con i poteri commissariali ho adottato il “Piano di gestione del Cinghiale nel Parco nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese 2024—2029 che è attualmente in approvazione all’Ispra e al Ministero per i relativi poteri. Il Parco ha acquistato 15 trappole per la cattura dei cinghiali e, contemporaneamente, ha proceduto a completare la procedura per l’affidamento per la gestione dell’eccessivo numero della popolazione di cinghiali prevedendo il ritiro dei cinghiali catturati”. Insomma, strategie per fronteggiare un’emergenza che il Parco ha colto. A differenza di quanto accaduto in passato, ad esempio, da parte di alcuni comuni lucani con i fondi messi a disposizione dalla Regione per acquistare gabbie, recinti, trappole e chiusini. Sui 94 comuni lucani che avevano registrato incidenti stradali con cinghiali solo 15 hanno fatto richiesta di quei fondi, spendendo quasi 45mila euro dei 200mila euro di fondi complessi. Una somma esigua rispetto all’importo stanziato, che ha spinto la Giunta regionale, nei mesi scorsi, a presentare un nuovo avviso per l’assegnazione dei fondi residui, pari a poco più di 155mia euro.

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