POTENZA - «Non ci sono state interlocuzioni dirette con la candidata Pignatari. E’ superfluo ricordare che tale ipotesi poteva accogliere il nostro assenso solo nel caso in cui tutte le altre forze convergevano su un unico nominativo». Sono le parole di Giovanni Mussuto, presidente di Europa Verde Basilicata, a confermare, seppure indirettamente, la frantumazione del centrosinistra sulla scelta del candidato sindaco per il comune di Potenza. Dopo giorni di trattative, di incontri ufficiali e di tentativi più o meno ufficiosi di mediazione il tavolo del fronte progressista è “deflagrato”. Spaccandosi - sul nome di colui che avrebbe dovuto guidare la coalizione alle amministrative di giugno - in più rivoli. Il nome di Vincenzo Telesca, consigliere comunale uscente sostenuto dal Pd, non ha unito. Esattamente come non ha unito quello dell’avvocatessa Angela Pignatori, difesa ad oltranza da “La Basilicata Possibile” e da Sinistra italiana. Alla fine, quindi, le strade dell’alleanza si sono irrimediabilmente divise. Confermano, ad oggi, la corsa allo scranno di Palazzo di città per Telesca e, forse, per la stessa Pignatari (che doveva sciogliere ufficialmente la riserva nella serata di ieri). Una corsa al primo turno, lasciando aperta la possibilità di eventuali convergenze al ballottaggio.
Nomi a cui si aggiunge quello di Pierluigi Smaldone, l’outsider civico, consigliere comunale uscente appoggiato anche da una parte di Azione, con cui sarebbero in corso interlocuzioni da parte degli altri partiti minori del centrosinistra. In campagna elettorale da tempo e partito in solitaria, alla fine Smaldone, potrebbe diventare la “sorpresa” di queste candidature se su di lui (che avrebbe pronte già due liste) dovessero convergere anche altri pezzi della coalizione, compreso il Movimento cinquestelle che, al momento, continua a mantenere una posizione attendista. Insomma, divisioni e frantumazioni che arrivano a poco meno di una settimana dalla presentazione delle liste e che sembrano, in qualche modo, ripercorrere la strada che il fronte progressista ha seguito per le regionali. Questo mentre anche nel centrodestra negli ultimi giorni, non sono mancate le fibrillazioni, legate, in particolare, all’area centrista della coalizione che starebbe provando a mettere insieme tutti i pezzi degli schieramenti moderati (compresi Italia Viva ed Azione) per provare a far sentire più forte la sua voce non solo sul fronte dalla composizione delle liste ma anche su quello della scelta del candidato sindaco.
Insomma, una discussione complicata (che si articola anche su un possibile ritiro della candidatura dello stesso Guarente) che, però, deve fare i conti con l’imprimatur che il sindaco uscente ha avuto dai leaders nazionali e con la sua, più volte manifestata, volontà di andare avanti sulla strada del bis. Se si tratti di discussioni e confronti, normali nei periodi concitati di presentazione delle liste, lo si capirà a metà settimana. Di certo, da destra a sinistra, la chiusura su nomi, liste e candidati non è decisamente vicina.