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Peperone di Senise da proteggere: si va verso il marchio «Crusco»

 
Mariapaola Vergallito

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Mariapaola Vergallito

Peperone di Senise da proteggere: si va verso il marchio «Crusco»

Il consorzio si attiva per contrastare la contraffazione: «Il nostro Igp non ha eguali al mondo. Vanno tutelati storia, qualità e provenienza per arginare l’industria del falso»

Sabato 16 Dicembre 2023, 13:09

SENISE - Un bando regionale che ha sollecitato l’avvio di nuove aziende (per un totale di 37), un’attività di monitoraggio e controllo fitosanitario che ha portato ad importanti rilevazioni, soprattutto nella fase di essiccazione, con una notevole diminuzione delle perdite di prodotto avute in precedenza; un accresciuto interesse che ha permesso di far crescere notevolmente il brand «Peperone crusco» facendo aumentare la richiesta di prodotto da parte del mercato e di conseguenza anche il prezzo (si pensi che circa 5 anni fa una collana veniva venduta a circa 30 euro oggi il prezzo è raddoppiato). Sono alvuni degli elementi che caratterizzano il prodotto principe della gastronomia lucana: il Peperone di Senise Igp.

È sicuramente anche uno dei prodotti maggiormente a rischio contraffazione. Edc anche per questo il Consorzio di Tutela ha deciso di registrare il marchio Peperone Crusco».

«Quando un prodotto tipico ha successo commerciale - spiega il presidente Enrico Fanelli - dà vita a un fenomeno emulativo molto simile a quello che a livello internazionale viene definito «Italian sounding» cioè la pratica di food marketing che utilizza nomi, colori, immagini e riferimenti geografici che evocano l’Italia ma che italiani non sono. In questo caso potremmo ironizzare definendolo «regional sounding». Così sta avvenendo anche per il «Crusco», termine con il quale si identifica il Peperone di Senise Igp secco, cioè quello che si ottiene dopo la fase dell’essiccazione, fritto in olio di oliva nella maniera giusta e servito a tavola croccante e friabile, oppure utilizzato in ricette e dolci.

In pratica si tratta di un’operazione che chiude il cerchio del marchio di tutela del prodotto, che è «Peperone di Senise Igp», con quello di commercializzazione che è appunto «Peperone Crusco». Quest’ultimo è un marchio collettivo che può essere utilizzato da chiunque impieghi nel prodotto che intende commercializzare o produrre, il peperone di Senise Igp certificato.

Si tratta di una battaglia che gli imprenditori del Consorzio di tutela stanno portando avanti da tempo per evitare che gli sforzi compiuti per portare il prodotto a un livello di raffinatezza, cura e purezza di seme e di tecniche, venga vanificato dagli agropirati che crescono proporzionalmente alla giungla selvaggia di venditori on line, di telechef e webimbonitori della gastronomia che tentano l’avventura dei social per trovare visibilità e guadagni ai danni della qualità e della genuinità».

«Il vero Peperone Crusco non ha eguali al mondo - continua Fanelli -. Oggi, da un lato, il consumatore è molto più attento a ciò che consuma. È interessato alla storia del prodotto, alla qualità, alla provenienza.

Dall’altro l’attenzione alla materia prima utilizzata da parte degli chef è sempre più elevata, si predilige la qualità alla quantità. E il Peperone di Senise Igp identifica al meglio tutte queste caratteristiche. Rappresenta un territorio ben definito, è da tempo il simbolo di una regione poco conosciuta ma dalle grandi potenzialità».

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