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Senise: la pasta 100 per cento lucana diventa un regalo solidale

 
Alba Gallo

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Alba Gallo

Senise: la pasta 100 per cento lucana diventa un regalo solidale

L’idea di una no profit di Roma con i «rasckatielli», specialità gastronomica del paese in provincia di Potenza

Domenica 26 Novembre 2023, 12:37

SENISE (POTENZA) - Regalare la pasta 100% lucana: la proposta, di suo già autosufficiente in un contesto in cui la necessità è diventata lusso, è così formulata da un’associazione no profit di Roma, Animenta, impegnata nel contrasto dei disturbi del comportamento alimentare: «Un regalo solidale ad alto impatto sociale, le cui vendite supporteranno attività dalla prevenzione nelle scuole all’accesso tempestivo alle cure per chi si ammala di Dca».

I «rasckatielli» di Senise figurano nello store di Animenta ormai dal 2021, prodotto di punta di un pastificio il cui Ad, Giuseppe Focaraccio, ancora oggi conferma la sua ferma volontà di investire e permanere in terra lucana.

Tre le etichette «parlanti» di cui si dota il packaging delle confezioni: dal claim che invita a «non contare le calorie», alle ricette «per un’anima tonica: 2 cucchiai di autostima, 1 litro di gratitudine, amor proprio a sentimento».

Il tutto per rammentare che, attraverso il cibo, si costruiscono relazioni e che il vero nemico da sconfiggere non sono i carboidrati. Etichette che servono anche a chiedere aiuto: «Un ragazzo ci ha raccontato di aver portato il nostro pacco di pasta in cucina, non trovando altri modi per allertare i genitori rispetto al dramma che lo stava attraversando - racconta Aurora Caporossi, fondatrice a 24 anni di Animenta e affetta a 16 di anoressia nervosa.

Un piatto di pasta per creare legami, un’etichetta per chiedere aiuto, si diceva. Ma perché proprio la pasta? «Per chi è affetto da Dca i carboidrati sono dei veri fear food: la pasta è stata per me, per anni, un cibo che non riuscivo a mangiare, che mi faceva paura, che avevo tolto dalla mia alimentazione. Per un periodo ho diviso i cibi tra buoni e cattivi: la pasta era tra i cattivi», prosegue la fondatrice. «Ma il cibo non è solo micro e macronutrienti: è un modo per costruire rapporti e per consolidarli. È dalla pasta che dobbiamo ripartire».

Sono 55 milioni le persone oggi affette da Dca in tutto il mondo, oltre 4 milioni delle quali solo in Italia: l’8-10% delle ragazze e lo 0,5-1% dei ragazzi soffre di anoressia o bulimia (dati Osservatorio Aba e Istat). Tale incidenza, aumentata del 30% per effetto della pandemia, ha raggiunto il suo picco tra i giovanissimi, colpiti fino a quattro volte di più rispetto al periodo pre-Covid. Le cause? Isolamento, permanenza forzata a casa, chiusura delle scuole, azzeramento della vita sociale.

La pasta lucana che Animenta sceglie per la «ripartenza» - si diceva - sono i «rasckatielli», il formato per eccellenza profondamente «scavato» con una veemenza tanto assimilabile al dca, che consuma, lacerando, le anime più fragili.
È dalla pasta, dunque che si deve ripartire. Dentro acqua, farina, speranza; intorno vita che rifiorisce e un pastificio che non si estingue.

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