Sabato 06 Settembre 2025 | 20:38

Potenza, alunni e docenti del Cpia convivono in quattro aule: locali negati

 
Massimo Brancati

Reporter:

Massimo Brancati

Potenza, alunni e docenti del Cpia convivono in quattro  aule: locali negati

L’immobile di via Lacava al centro della «contesa». La dirigente Giovanna Sardone: «Abbiamo 230 studenti, e sotto di noi due piani liberi ma abbandonati da anni»

Venerdì 03 Novembre 2023, 13:33

POTENZA -  I docenti nel corridoio, in spazi angusti, dove la sicurezza è ai minimi termini, con un coacervo di barriere architettoniche. Pacchi disseminati qua e là a testimonianza della mancanza di un’area da poter destinare ad archivio.

Un unico bagno per maschi e femmine, aule inadeguate a contenere il numero, sempre più crescente, di studenti nonostante l’attivazione di più turni, a costo di ridurre l’ora di lezione. E ancora: scale d’emergenza diventate accesso principale, con evidenti rischi per l’incolumità di chi le percorre soprattutto d’inverno, quando il ghiaccio trova terreno fertile nel ferro dei gradini.

Ecco lo scenario del Centro provinciale per l’istruzione degli adulti Cpia della provincia di Potenza, istituto ospitato in un immobile comunale in via Lacava, nel capoluogo lucano.

Una condizione logistica difficile, critica, ma anche beffarda. Sì, perché la scuola occupa solo l’ultimo dei tre piani dello stabile, mentre gli altri due sono vuoti. Da anni. E l’incuria comincia a fagocitare pareti e pavimenti dei locali orfani di destinazione d’uso. Sono spazi che farebbero comodo al Cpia per smarcarsi da una condizione claustrofobica: «Abbiamo chiesto al Comune - dice la dirigente scolastica Giovanna Sardone - la disponibilità degli altri due piani, così da poter avere anche un’area da adibire ad aula magna. Niente da fare.

Doveva venire la Protezione civile, ma pare che per questioni tecniche non sia possibile. Ora il sindaco ci dice che i locali al primo piano li vuole riservare per il Csv». Il primo cittadino Mario Guarente (come si legge nell’articolo al lato) si è detto disponibile ad assegnare alla scuola il secondo piano, ma non tutto lo stabile, ritenendo che sia sufficiente a garantire margini di manovra all’istituto in termini logistici.

Ma la dirigente Sardone insiste: «Siamo una scuola statale che si occupa della formazione di giovani, adulti e immigrati. Oggi abbiamo 230 alunni e soltanto quattro aule, con un numero di iscritti in continua crescita. Coordiniamo, lo ricordo, corsi serali per lavoratori e nove scuole in tutta la provincia. Come si fa a condividere spazi con altre realtà mentre facciamo lezione? Tra l’altro - aggiunge Sardone riferendosi all’«offerta» di Guarente - il secondo piano ha locali che non sono adatti ad essere aule scolastiche. Andrebbero abbattute le pareti, ricavando non più di tre classi.

Il problema, insomma, resterebbe. Senza dire, poi, che continueremmo a non avere un’aula magna e sale riunioni che invece potrebbero garantirci gli spazi al primo piano. Siamo costretti a chiedere ospitalità nei locali della vicina parrocchia a cui dobbiamo versare un contributo».

La dirigente si fa portavoce del malcontento di tutto il corpo docente e degli stessi studenti. E non si dà pace per una soluzione che è a portata di mano ma che non riesce ad acciuffare: «Siamo all’ultimo piano di uno stabile che per il resto è completamente vuoto, se non utilizzato a mò di deposito tra vestiario, scatoloni e materassi.

Si preferisce lasciare deperire quelle stanze piuttosto che darle a noi. È una situazione inconcepibile - conclude Sardone - frutto di scarsa sensibilità verso un’istituzione scolastica».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)