POTENZA - Solo poche settimane fa il Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria), ha denunciato la scarsa attenzione che il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e il Provveditorato Regionale di Puglia e Basilicata aveva posto nei confronti degli Istituti Penitenziari lucani, allorquando pochi agenti venivano assegnati in Basilicata dalla ultima mobilità nazionale. "Orbene - è scritto nella nota del sindacato a firma del segretario regionale lucano Saverio Brienza - nella serata del 10 agosto scorso, proprio due assistenti capo coordinatori della Polizia Penitenziaria dell’istituto potentino, durante il proprio turno di servizio, si sono imbattuti in una vicenda che non ha certamente lasciato tempo per lunghe riflessioni. Anzi, come sempre fanno i poliziotti, si sono immediatamente attivati per salvare la vita a un detenuto poco più che ventenne, di nazionalità italiana, appartenente a etnia rom, che aveva pensato di farla finita tentando il suicidio mediante impiccagione, utilizzando pezzi di lenzuola annodate e poi legate alle inferriate della cella ove lo stesso era ristretto. I due poliziotti Matteo Messuti e Francesco Stabile, sono riusciti a slegare i nodi e mettere il detenuto in salvo, lasciandolo poi alle successive cure sanitarie".
Brienza prosegue: "Anche se l’Amministrazione Penitenziaria non ha ascoltato le richieste del Sappe, riducendo da anni in maniera vertiginosa l’organico della Polizia Penitenziaria della Basilicata, i Baschi Azzurri lucani continuano a fare il proprio dovere, tra mille difficoltà e senza risorse, portando alto il nome del corpo anche attraverso questi eroici gesti, mettendo in luce la professionalità e la grande umanità anche nei confronti di coloro che hanno sbagliato, evidenziando che la vita è un valore prezioso. Bisogna riconoscere a Matteo e Francesco il giusto merito e una legittima ricompensa".
Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, aggiunge: "Invito il ministro della Giustizia Carlo Nordio ad attivare, da subito, un tavolo permanente sulle criticità delle carceri, che vedono ogni giorno la Polizia Penitenziaria farsi carico di problematiche che vanno per oltre i propri compiti istituzionali, spesso abbandonata a sé stessa dal suo stesso ruolo apicale. La via più netta e radicale per eliminare tutti questi disagi sarebbe quella di un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere. Anche la consistente presenza di detenuti con problemi psichiatrici è causa da tempo di gravi criticità per quanto attiene l’ordine e la sicurezza delle carceri del Paese. Il personale di Polizia Penitenziaria è stremato dai logoranti ritmi di lavoro a causa delle violente e continue aggressioni”.