SENISE - Ci siamo occupati della sua storia di normalità sospesa nel 2021: aveva dovuto rinunciare all’occasione più importante della sua vita perché non riusciva a risolvere il problema di una carie ad un dente. In quei mesi ancora così fortemente condizionati dall’emergenza Covid, nel suo caso, per effettuare una semplice asportazione di un dente occorreva rivolgersi ai servizi di odontoiatria per pazienti critici (in quel periodo sospesi in molti ospedali).
La sua criticità era la necessità di un trapianto di reni. Alessandro è un ragazzo di Senise che a giugno compirà 35 anni. Ma da quest’anno sarà anche un altro il compleanno che, ci dice, festeggerà, perché rappresenta il giorno della sua rinascita dopo dieci anni di vita sospesa, da quando, quasi per caso, gli fu diagnosticata una grave insufficienza renale che lo ha costretto a infinite sedute di dialisi, controlli e, soprattutto, attese. L’attesa di una chiamata che gli cambiasse la vita e che, soprattutto, non deludesse la speranza.
Tutto ha avuto inizio quando aveva 25 anni. Durante un check up viene fuori che qualcosa non andava. «Azotemia e creatinina alle stelle - racconta - il dottor Roseti, che aveva effettuato le analisi, ha avvertito subito mia sorella e da lì ho fatto una visita nefrologica in urgenza dal dottor Gaudiano a Chiaromonte. Purtroppo venne fuori che i due reni non funzionavano. Questi dieci anni sono stati un calvario, una serie di limitazioni incredibili alla mia vita di tutti i giorni. Non ero libero di andare al mare d’estate, di mangiare quello che mi piaceva. E poi, dal 2017, ho cominciato la dialisi. Terribile».
Oggi, però, il racconto è diverso, perché finalmente quella chiamata è arrivata e il trapianto è avvenuto all’ospedale «Careggi» di Firenze. Oggi Alessandro ha dentro di sé il rene di una ragazza di 22 anni morta in seguito ad un incidente stradale. «È la dimostrazione - dice - che la vita può continuare e quanto la donazione sia fondamentale. Ringrazio questo angelo e la sua famiglia. E il mio pensiero va a tutti quelli che aspettano di poter rinascere, come è successo a me».