POTENZA - Alla disperata ricerca di nuovi residenti. I paesi lucani si stanno inesorabilmente svuotando, anno dopo anno. L’emigrazione giovanile li priva di linfa vitale per il futuro e chi vive ancora qui ha la netta sensazione di trovarsi su una barca che affonderà al primo ritiro dei pochi rematori rimasti. Diversi Comuni stanno cercando di reagire a questo inquietante trend demografico mettendo in campo incentivi e agevolazioni. C’è chi punta sul telelavoro come Irsina (di cui ci occupiamo a parte) o Aliano dove la multinazionale Randstad che si occupa di ricerca, selezione e formazione di risorse umane, ha aperto una sede sulla scia di richieste di dipendenti e collaboratori che chiedevano di riavvicinarsi ai luoghi di origine.
Tra i paesi che hanno deciso di non assistere inermi al progressivo svuotamento c’è Latronico che già tre anni fa, con il sindaco Fausto De Maria, agganciandosi alla Finanziaria del Governo di allora in cui si prevedevano incentivi per gli emigrati all’estero che decideva di trasferirsi in piccoli comuni del Sud, aveva messo sul piatto l’esenzione Tari (tassa sui rifiuti) per 10 anni, la fruizione gratuita dei servizi termali (ticket e seconda cura termale), utilizzo del taxi sociale per spostamenti, cure e visite mediche gratis. Un «modello Portogallo», un’operazione di marketing fiscale che si muove su una filosofia di fondo: in paesi trasformati dall’emigrazione giovanile in «riserve geriatriche», quello che appare un punto di debolezza lo si trasformi in punto di forza. Comuni con tanti anziani? Aggiungiamone altri, da rimpinguare il bacino di residenti. E se c’è riuscito il Portogallo perché non possiamo farlo anche noi?
«Quell’impostazione - sottolinea il sindaco De Maria - è ancora valida. Siamo stati sfortunati perché partimmo poco prima dell’esplosione del Covid. L’emergenza sanitaria ha ovviamente bloccato tutto, ma all’esordio di quella misura ricevemmo molte telefonate di persone interessate». Pochi di quei contatti si sono tradotti in arrivi: «Sì, è vero - conferma De Mare - parliamo di cinque, sei pensionati, di qualche emigrato. Magari con l’allentamento della pandemia ci sarà una ripresa, staremo a vedere». Ma se si volesse attrarre giovani? «Abbiamo previsto degli incentivi - spiega il sindaco di Latronico - ad esempio, non facendo pagare tasse a chi apre un’attività apre l’attività. Ma non è sufficiente. Il nostro è problema strutturale, regionale. Tutti i paesi sono in difficoltà e il territorio è asfittico sul fronte del mercato occupazionale. Ecco perché è più semplice coinvolgere gli anziani che non hanno il problema del lavoro. Se il giovane non ha opportunità di lavoro cosa viene a fare qui?».
Per la verità, anche l’operazione «Portogallo» suscita qualche perplessità. Perché un pensionato del Nord (sono per lo più i settentrionali quelli emigrati all’estero) per vivere meglio e non farsi tassare la pensione, dovrebbe tornare in Italia e per di più al Sud? Solo per le bellezze del Mezzogiorno? L’avrebbe fatto prima senza puntare alle Canarie. Quale convenienza avrebbe, soprattutto in un paesino inferiore ai 20mila abitanti? Servizi più efficienti? Improbabile. Trasporti più veloci e capillari? Impensabile. Ritorno alle radici? Impossibile, meglio tornare ai paesi di origine dove ci sono ancora ricordi e affetti, che trapiantarsi a 70 anni in una zona nuova con tante incognite e poco entusiasmo. E se dopo si dovesse pentire? Tornerebbe indietro come se ad età avanzata traslocare e cambiare vita fosse lo stesso bicchiere d’acqua fresca di un ventenne? Per non parlare, poi, di pensionati di Paesi stranieri a elevato sviluppo che per godere di un vantaggio fiscale, ma a servizi zero, dovrebbero scegliere di finire i propri anni al Sud Italia portando in dote i loro redditi per una… migliore qualità della vita.