In Puglia e Basilicata
Il caso
26 Luglio 2022
Massimo Brancati
Baracche erano e baracche restano. L’ex tabacchificio di Palazzo, struttura destinata ad ospitare i lavoratori stagionali dell’Alto Bradano, in Basilicata, continua ad essere uno scheletro di cemento. E gli stagionali si accampano in casolari privi di energia elettrica, di servizi igienici e di acqua. Condizioni igienico-sanitarie praticamente azzerate, con gravi rischi per la salute dei lavoratori. Tutto questo alla vigilia della campagna di raccolta del pomodoro e nonostante i vari tavoli interistituzionali in cui è stato preso l’impegno di garantire una logistica degna di una società civile. Ieri il coordinamento regionale di Libera Basilicata, il presidio del Vulture-Alto Bradano di Libera «Antonio Cezza e Lucia Montagna» e diverse associazioni hanno dato vita ad un sit-in davanti all’ex tabacchificio lamentando «l’inadeguatezza della struttura che l’ente regionale da anni ha predestinato all’accoglienza dei lavoratori impiegati nell’attività agricola». I manifestanti hanno parlato di un sistematico e negligente ritardo: «Viene sistematicamente disattesa - hanno aggiunto - l’aspettativa di quanti giungono nel territorio indicato a sostegno di attività economiche di imprenditori del territorio, i quali sembrano del tutto disinteressati alle condizioni di vita sofferte da quanti, chini nei campi, assicurano ricchezza a chi conduce le attività di produzione, raccolta e vendita di quei prodotti agricoli che giungono sulle nostre tavole».
Nell’evidenziare la profonda offesa nei confronti «di questa umanità sofferente», le organizzazioni promotrici del sit-in denunciano «un colpevole immobilismo di quegli enti pubblici e privati che sarebbero, per finalità e per interesse, vocati a fronteggiare proficuamente le emergenze rappresentate. I casolari del territorio continuano ad essere popolati da centinaia di uomini e donne che in condizioni disumane trascinano i loro giorni a beneficio di interessi che rifuggono ogni responsabilità in punta di diritto e di senso dell’umano».
Secondo Libera è necessario «andare ben al di là delle ipotizzate strutture di accoglienza da realizzarsi con fondi nazionali ed europei, che già da ora si possono considerare oggettivamente insufficienti, rispetto ai numeri dei lavoratori abitualmente coinvolti, anche qualora si giunga alla loro auspicata realizzazione».
Per quanto riguarda ex tabacchificio, la Regione ha pagato solo l'acconto (160 mila euro) di circa 500mila impegnati dall’Ati che ha gestito gli interventi nel 2021 a Palazzo e nel Metapontino. Pare che manchi il Durc (il documento che attesta la regolarità contributiva dell'azienda verso Inps, Inail e Cassa Edile) di una delle tre società interessate. Inoltre la Regione non avrebbe ancora predisposto l'avviso per interventi di accoglienza nel Bradano e Metapontino secondo gli impegni presi con le Prefetture nei vari tavoli che sono stati organizzati sull’argomento. Situazione difficile anche in provincia di Matera: la Regione ha annunciato la realizzazione di interventi strutturali, con finanziamenti a valere sui fondi Pon, esaminando due possibilità di intervento, l'una a Scanzano Jonico (la cosiddetta «Città della Pace», ceduta in comodato d’uso alla Regione dalla commissaria prefettizia della cittadina jonica per dodici anni), l'altro nel comune di Bernalda, in località Serra Marina, riguardante l'utilizzo di un immobile di proprietà Alsia (Agenzia Lucana di Sviluppo). Si sta ancora valutando. Ma il tempo delle riflessioni è scaduto.
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