L'incompiuta
Potenza, il cantiere del centro antiviolenza in totale abbandono
Da Palazzo San Gervasio il caso emblematico della casa rifugio mai nata, finanziata nel 2018 con un milione di euro
PALAZZO SAN GERVASIO (POTENZA) - La casa rifugio mai nata. Da Palazzo San Gervasio una storia eloquente. Non solo lo spreco, non solo i ritardi, la burocrazia, ma anche la conferma che le politiche di genere sono spessissimo solo uno slogan.
Il centro antiviolenza e antitratta di Palazzo viene finanziato con un milione di euro attraverso il Pon Legalità 2018. I lavori cominciano circa due anni dopo, nel 2020. Avrebbero dovuto concludersi nel novembre 2021: sono passati quatrro mesi e il cantiere risulta totalmente abbandonato. Il caso viene segnalato nuovamente da Pietro Simonetti, del Tavolo anticaporalato, che già negli anni scorsi aveva chiesto conto (invano) del ritardo accumulato.
C’è ancora un altro tema: la casa rifugio viene progettata all'interno di uno stabile confiscato in base alla legge antimafia. Un bene acquisito al patrimonio pubblico che dovrebbe rinascere anche per un'esigenza simbolica: far capire al crimine organizzato che i conti con lo Stato si pagano, e alla società civile che schierarsi dalla parte della legalità conviene, anche per il potenziamento dei servizi alla comunità. Ecco perché un cantiere infinito trasmette insicurezza, da tutti i punti di vista.
Ah, ultima nota: la palazzina abbattuta per far posto al cantiere della casa rifugio è stata sottratta nel 1993 a un personaggio in odore di mafia. Sì, nel ‘93.