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Da San Pietroburgo a Potenza: «Io russa vi spiego Putin. Ecco perché fa la guerra»

 
Massimo Brancati

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Massimo Brancati

Da San Pietroburgo a Potenza: «Io russa vi spiego Putin ecco perché fa la guerra»

«L’Europa indifferente ai crimini nel Donbass. Non siamo isolati»

Lunedì 07 Marzo 2022, 06:30

08:43

POTENZA - Russa di San Pietroburgo, ingegnere navale e imprenditrice (in Russia ha una ditta che produce abbigliamento per bambini), sposata con un docente universitario lucano e residente a Potenza da vent'anni. Liudmila Alexeeva trascorre almeno 4 mesi all'anno nella sua terra e in diversi Paesi dell'ex blocco sovietico per curare gli interessi dell'azienda che dirige. Nelle sue parole - dice - è condensato il pensiero della maggioranza dei russi per i quali «Putin sta difendendo la Russia contro l'espansione della Nato e del nazismo ucraino».

La guerra è sempre un errore, andrebbe evitata...

«Ma la guerra non è cominciata oggi. Sono otto anni, da quando cioé in Ucraina è stato fatto un colpo di Stato sostenuto da Washington. L'allora presidente ucraino, ritenuto filo-russo, fu costretto a fuggire a Mosca e subito dopo vennero emanate leggi anti russe in un Paese, che ricordo, è da sempre diviso in due: a ovest ci sono nazionalisti vicini all'Europa, a est e in Crimea no, qui la maggioranza è russa».

A proposito di Crimea, anche lì la Russia ha usato le maniere forti.

«Non è vero. Non è stato sparato un solo colpo di pistola. Proprio perché il territorio è abitato da russi, il passaggio sotto Mosca è arrivato con un referendum plebiscitario. Ve lo posso confermare perché ho diversi amici in questa zona. E loro, vi garantisco, non vogliono tornare in Ucraina».

L'altro fronte caldo è sempre stato il Donbass dov'è cominciata l'invasione. Perché Putin dice che è intervenuto per porre fine a una persecuzione?

«Le cronache di questi giorni ignorano, o meglio, non fanno menzione che lì c'è stata una persecuzione con multe a chi parlava russo e, addirittura, spari su chi pregava in russo. Appena si è insediato Zelensky ha abolito la lingua russa. Ma quelle persone sanno parlare solo russo. Il Donbass è stato teatro di violenti scontri con oltre 14mila morti. Putin ha sempre denunciato questo genocidio ma l'Occidente si è tappato le orecchie. Nel Donbass nessuna delle 5.588 denunce presentate dalle organizzazioni per la difesa dei diritti umani alla Corte europea per i diritti umani è stata accolta. Il doppiopesismo e il pregiudizio sono evidenti. Ma ormai siamo abituati. Da 20 anni sanzioni su sanzioni. E ora si vogliono bandire pure gli sportivi e gli scrittori russi. Ridicolo. Siete contro Putin o contro il popolo russo?».

Putin, comunque, non si è limitato a intervenire su Donbass e Crimea. Alla fine si è spinto su tutta l'Ucraina.

«E cosa poteva fare? Zelensky, su input di Biden, aveva ripreso a bombardare il Donbass per riprenderselo. La Russia ha provato a mediare ma senza ottenere risultati. Tutti replicavano dicendo che l'Ucraina aveva il diritto di entrare nella Nato. L'obiettivo era piazzare lì dei missili, a soli 500 km da Mosca, dopo che già gli Usa avevano sistemato nel territorio ucraino laboratori per produrre armi chimiche e, secondo i servizi segreti russi, anche una bomba atomica».

Sì, ma nulla giustifica una guerra.

«Non vogliamo la guerra, non l'abbiamo mai voluta e la storia testimonia che i russi sono entrati in un conflitto sempre solo per reagire a un attacco, mai per attaccare. Putin ha semplicemente reagito per evitare che si ritrovasse con i nemici storici dentro casa».

Ora il mondo vi ha isolati...

«Metà del mondo ha detto no alle sanzioni. Tutta questa storia finirà per spalancare le porte della Russia agli interessi della Cina che fagociterà produzioni e interessi. L’Europa avrà conseguenze non solo per gas, petrolio e acciaio, con i prezzi insostenibili. Sarà allarme anche per i beni alimentari come il grano. Le sanzioni alla Russia faranno perdere miliardi all’Italia. A chi giova? E ci saranno pure controsanzioni».

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