Sabato 06 Settembre 2025 | 20:18

Potenza, dal Ministero la conferma sessanta posti per medicina

 
Gianluigi De Vito

Reporter:

Gianluigi De Vito

Potenza, dal Ministero la conferma sessanta posti per medicina

E la Regione accelera sul protocollo con Unibas: delega a Coviello (FdI)

Giovedì 01 Luglio 2021, 12:07

Potenza - È il Sud che traina i futuri camici bianchi. Ci sarà spazio per 14mila e venti aspiranti medici, 948 in più rispetto allo scorso anno accademico. E la novità è che a determinare l’aumento dell’offerta formativa contribuiscono le università del Mezzogiorno, compresa, per la prima volta, la Basilicata (60 posti). Medicina a Potenza, ci siamo? Quasi.

Il corso di laurea magistrale a ciclo unico nel capoluogo di regione è ancora nell’incubatrice, ma l’uscita non sembra lontana, anzi appare avvicinarsi dopo che il 25 giugno il ministero dell’Università ha indicato in un decreto i fabbisogni e quindi il numero dei posti in tutta Italia, in relazione alle richieste delle Regioni. Questo però non significa ancora che le lezioni cominceranno, perché istituire un corso di laurea è procedura complessa, se non altro perché bisogna prevederne la sostenibilità economica nel tempo e definire nei dettagli la macchina organizzativa accademica e territoriale.

Rimane il fatto che l’orizzonte ha schiarite continue e si inserisce in un panorama nazionale post Covid impegnato ad accelerare su tutti i fronti, non certo a tirare il freno. Questo, quanto meno, il punto d’approdo al quale arriva uno studio analitico condotto da Angelo Mastrillo, docente universitario a Bologna, che ha letto i fabbisogni formativi delle Regioni e i posti messi a bando dagli atenei sia per medicina.

«Rispetto ai posti da mettere a bando, si rileva un aumento di 948 posti (+7,3%) da 13.072 dello scorso anno agli attuali 14.020. L’incremento dipende per circa 400 posti anche dalla attivazione di nuovi corsi da parte di alcune Università del Sud che aprono anche le rispettive Facoltà e Scuole di Medicina e Chirurgia nelle Università LUM di Casamassima (Bari), Salento di Lecce, Basilicata di Potenza e Calabria di Rende Cosenza», rivela Mastrillo. Quanto al fabbisogno formativo «le Regioni hanno aumentato da 11.740 dello scorso anno a 14.332 (+22%) mentre sarebbe più contenuto l’aumento indicato da parte della Federazione dei medici Fnomceo da 9.834 a 11.000, pari al +10,6%».

Precisiamo. Si tratta di un numero di posti non ancora definitivo visto che dovrà essere ratificato dall’accordo Stato-Regioni. La ratifica non c’è ancora nonostante sia attesa dalla fine di aprile. Ma per rispettare i 60 giorni che devono procedere le date degli esami di ammissione del 3 settembre, il ministero dell’Università si è messo avanti col lavoro e ha pubblicato sia i decreti sulle modalità degli esami di ammissione sia quelli dei posti che le università potranno subito inserire nei rispettivi bandi un volta ratificato l’accordo. Tutto questo per dire che difficilmente si scenderà sotto i 14mila e 20 posti, visto che la richiesta delle Regioni è di 14.332 posti: in pratica le soglie sono molto vicine. E quindi Potenza vedrà confermata quota sessanta posti, quando sarà attivato il corso di laurea.

La pubblicazione del decreto ha fatto già stappare a qualcuno bottiglie di champagne. La partita non è ancora chiusa, sia pure percorra l’ultimo miglio. Scrive in una nota Saverio D’Amelio, ex senatore e tra i fondatori del movimento culturale «Lavoro e Sviluppo per la Basilicata», in trincea dall’inizio a sostegno del sogno-Medicina in Basilicata: «È necessario accoppiare contestualmente un centro per la ricerca biomedica che sarà da supporto alla nascente facoltà e che, insieme a farmacia e biotecnologia, oltre alla chimica e le altre facoltà, porterà sviluppo nel campo della ricerca e soprattutto lavoro. Sicuramente le industrie farmaceutiche e di conseguenza le altre correlate troveranno utile venire ad investire in Basilicata».

Il conto alla rovescia è scattato. Il semaforo verde si accenderà quando arriverà il sì dell’Anvur (l’Agenzia per la valutazione dei sistemi universitari) condizionato all’impegno formale della Regione Basilicata a sostenere economicamente il nuovo corso di studi, oltre il triennio già stabilito nelle precedenti intese. L’impegno c’è stato: 3 milioni di euro per il primo anno, altri 4 per gli anni successivi. Adesso, l’ultimo scalino: il protocollo d’intesa Regione-Università di Basilicata, in pratica il documento chiave che definisce chi fa cosa e con i soldi di chi. E per accelerare sul protocollo il governatore Vito Bardi ha conferito a Tommaso Coviello (Fratelli d’Italia) la delega all’Università. «Gettiamo le basi per una futura classe di professionisti in camice bianco formata in terra lucana», il commento del consigliere regionale della maggioranza di centrodestra.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)