No a deposito nucleare: Basilicata e Puglia stabiliscono un percorso comune
NEWS DALLA SEZIONE
i più visti della sezione
NEWS DALLE PROVINCE
i più letti
Università
Antonella Inciso
12 Gennaio 2021
foto Tony Vece
La documentazione è sui tavoli dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca. E lo è ben prima della scadenza del 31 gennaio prossimo. Il corso di laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi della Basilicata corre veloce. Tanto che - se l’iter non avrà intoppi dell’ultimo minuto - i corsi in Basilicata partiranno il primo ottobre prossimo. Le carte, quelle che prima devono avere l’ok dell’Anvur e poi del Consiglio nazionale universitario sono pronte. Inoltrate a Roma per la prosecuzione del percorso per l’istituzione del corso di studi. Il lavoro febbrile, consumato nel mese di dicembre, ha prodotto risultati ed ora mancano questi due passaggi per arrivare all’ok definitivo per l’attivazione del corso. Questioni burocratiche, dunque, che si sommano al lavoro sul campo che i vertici dell’Università, a cominciare dal rettore Ignazio Mancini, stanno portando avanti per definire spazi e laboratori ma anche per individuare personale, materie e prospettive, anche sul fronte delle specializzazioni.
Sessanta i posti per le immatricolazioni nell’Università lucana a fronte di 18 docenti, tra professori e ricercatori, che dovranno essere utilizzati per il primo anno. Studenti e professori, quindi, ma anche specializzazioni. Come quelle che, in qualche modo, potrebbero collegarsi ai corsi di studio in ingegneria ed in biotecnologie. Perché il «sogno» dell’Università lucana di laureare medici potrebbe portare anche alla formazione di altre figure indispensabili al mondo della sanità in generale, come gli esperti economico - gestionali dei sistemi sanitari o esperti in automazione.
Insomma, un percorso articolato che - una volta ultimato - potrebbe consentire all’ Ateneo lucano di diversificare la sua offerta nei vari ambiti sanitari. Il tutto ovviamente con uno sguardo ai conti. Perché l’istituzione del corso di laurea lucano prevede un impegno economico del Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica, di quello della Sanità e della stessa Regione Basilicata. La dote iniziale del programma è, infatti, di 26 milioni di euro. Due milioni per i primi tre anni saranno assegnati dal Miur, tre milioni per i primi tre anni saranno dati dal Ministero della Salute mentre la Regione Basilicata assegnerà tre milioni il primo anno e quattro milioni l’anno per il successivo biennio. Soldi che, poi, la Regione potrebbe incrementare quando ad essere ridiscusso sarà l’Accordo, stipulato 12 anni fa, che prevedeva, da parte del governo regionale, 10 milioni di euro all’Unibas per le sue attività. Ma si dovrà attendere la fine del 2021. Nel frattempo, si lavora non solo al programma del primo anno ma anche a quello degli anni successivi. Partendo dalle intese con le strutture sanitarie lucane per la formazione degli studenti che, dal triennio, faranno tirocinio nelle corsie ospedaliere lucane.
LE RUBRICHE
Lascia il tuo commento
Condividi le tue opinioni su