Vaccini in Basilicata, l'assessore: «Ritardi per colpa delle aziende»
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Antonella Inciso (foto Tony Vece)
24 Dicembre 2020
Prima le polemiche per i ritardi nella loro ultimazione, poi le indagini sui fondi statali e regionali che per la loro realizzazione sono stati erogati. Non c’è pace per gli ospedali da campo donati dal Qatar e sistemati a Potenza e Matera, i cui lavori non sono stati ancora ultimati, nonostante siano arrivati in Basilicata nella scorsa primavera. Dopo essere stati, per mesi, al centro di polemiche e di proteste per la loro mancata ultimazione e utilizzazione sono finiti al centro di un’inchiesta aperta dalla Procura regionale della Corte dei Conti finalizzata a verificare eventuali ipotesi di danno erariale legate agli stanziamenti nazionali e regionali per la sistemazione dei moduli da campo vicino alle strutture sanitarie dei due capoluoghi lucani.
L’indagine è ancora nella sua fase iniziale ma rientra in un lavoro capillare ed articolato che la Procura regionale della Corte dei Conti di Basilicata ha avviato per monitorare l’impiego di risorse pubbliche nelle strategie di contrasto alla pandemia. Oltre all’inchiesta sull’ospedale da campo, infatti, sono sette i fascicoli che la Procura regionale ha avviato in materia sanitaria, tra cui un’indagine sull’ordinazione di un lotto di mascherine destinato al personale dell’ospedale «San Carlo» del capoluogo lucano.
Insomma, indagini diverse ma con al centro gli stanziamenti pubblici che sono stati impiegati per fronteggiare il virus, soprattutto nei primi mesi della pandemia. Un lavoro articolato nato anche dall’idea del procuratore regionale della Corte, Vittorio Raeli, di dare vita all’interno della Procura ad una sezione specializzata per questo tipo di inchieste. Così, le indagini in questi ambiti sono seguite tutte dal «Servizio Covid-19» , primo progetto a livello nazionale, nato per la gestione delle vertenze relative a ipotesi di danno derivanti dalla utilizzazione di risorse finanziarie pubbliche stanziate dallo Stato e dalla Regione, per il contrasto dell’epidemia da coronavirus.
«Il “ Servizio Covid-19” risponde, infatti, all’esigenza di dotarsi di un settore destinato a coordinare l’attività dei funzionari e dei magistrati, al fine di una migliore e più ordinata gestione dei fascicoli istruttori, in modo da pervenire in tempi rapidi alla definizione delle relative istruttorie» precisa il procuratore Raeli, secondo cui la nascita del servizio Covid servirà a creare «le basi organizzative indispensabili per far fronte alle vertenze aperte e a quelle che prevedibilmente si aggiungeranno, in modo da non trovarsi impreparati ad affrontare, sul piano giudiziario, l’emergenza epidemiologica».
Insomma, da un lato le indagini avviate sui soldi destinati alle spese per la pandemia, dall’altro un pool di magistrati (a cominciare dallo stesso procuratore) e funzionari che si occuperà esclusivamente di questo tipo di vertenze. Un esempio che anche altre Procure contabili italiane potrebbero seguire e che si ricollega all’accordo siglato con gli Ordini degli Avvocati di Potenza, Matera e LA per consentire lo svolgimento da remoto delle audizioni degli indagati per danno erariale e delle persone informate dei fatti. Un’iniziativa quest’ultima, la seconda in Italia tra le Procure contabili, finalizzata ad evitare rallentamenti nelle istruttorie, garantendo il rispetto dei diritti della difesa.
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