POTENZA - «Dopo i lavori di consolidamento della diga del Rendina, agli agricoltori dell’Alto Bradano sarà assicurata la risorsa idrica necessaria per incrementare lo sviluppo del comparto ortofrutticolo e zootecnico». Lo ha detto, attraverso l’ufficio stampa della Giunta lucana, l’assessore regionale all’agricoltura, Francesco Fanelli.
«A 15 anni dallo svuotamento - ha aggiunto l’assessore - lo studio geotecnico e statico ha escluso la dismissione dell’invaso. Diamo così una risposta positiva al mondo agricolo, che può finalmente tirare un sospiro di sollievo e guardare con fiducia al futuro. Voglio pertanto esprimere la piena soddisfazione per il risultato raggiunto, grazie anche all’impegno profuso dal Dipartimento guidato dall’assessore alle Infrastrutture Donatella Merra, che - ha concluso Fanelli - ha lavorato dall’inizio della legislatura per approfondire le questioni legate alla messa in esercizio della diga del Rendina, e dal Consorzio di bonifica».
COLDIRETTI: «ORA FAR PARTIRE I LAVORI» - «Le nostre mobilitazioni e i nostri appelli hanno finalmente sortito l’effetto che speravamo». Così il presidente della Coldiretti Basilicata, Antonio Pessolani, riferendosi all’annuncio del Sottosegretario alle Infrastruttura, Salvatore Margiotta, che «nei prossimi giorni sarà firmata la convenzione tra la Direzione generale per le dighe e le infrastrutture idriche ed elettriche del Ministero delle Infrastrutture e il Consorzio di bonifica della Basilicata per l’utilizzo del finanziamento da un milione di euro, deliberato dal Cipe nel 2016, per la riqualificazione del complesso di strutture della diga Abate di Alonia, sul lago del Rendina, che da decenni versa in uno stato di abbandono».
Pessolani ha evidenziato come «la diga del Rendina rappresenta da decenni uno dei simboli delle incompiute, mai decollata e che se, messa in esercizio, potrebbe irrigare oltre tre mila ettari di terreni e garantire quindi uno sviluppo dell’ortofrutta della zona. Lo sblocco di risorse da parte del Cipe ci auguriamo possa far partire i lavori così da garantire la disponibilità dell’acqua per uso irriguo in coerenza con le potenzialità del comprensorio, tra i più fertili della Basilicata ed il Governo regionale a sostenere tali interventi. Ma non solo. Per l’areale irriguo comprendenti i territori siti nei comuni di Palazzo San Gervasio, Banzi e Genzano - per Pessolani - è urgente accelerare gli interventi sul Marascione ed il Distretto G e sbloccare l’utilizzo delle dighe di Genzano ed Acerenza».