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Castronuovo , assistenza domiciliare sospesa: i diasgi di una famiglia

 
Mariapaola Vergallito

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Mariapaola Vergallito

Castronuovo , sssistenza domiciliare sospesa: i diasgi di una famiglia

Già da gennaio c'è stata una drastica riduzione del servizio dei piani sociali di zona. Mamma Rosita dopo la fase di emergenza Covid: «Da tre mesi è tutto bloccato»

Domenica 14 Giugno 2020, 14:55

CASTRONUOVO DI SANT’ANDREA - Pasquale ha da poco compiuto 16 anni; come moltissimi adolescenti non vuole mai stare fermo e la sua passione sono le passeggiate ed è felice quando sta all’aria aperta. Da quando di anni ne aveva 5 ha un amico a quattro zampe cresciuto con lui. I suoi genitori hanno adottato un’altra cagnetta che, però, è più dispettosa. È una storia semplice, quella che arriva da Castronuovo di Sant’Andrea. Ma è anche una storia speciale, che però merita di essere non raccontata ma ‘’urlata’’, perché rischia di essere messa in un angolo nel caos di questi mesi di emergenza Covid. Ed è solo una delle tante storie simili.

«Mio figlio è ipotonico- ci spiega mamma Rosita-presenta una disabilità molto grave, non parla e non cammina ed è necessaria la presenza di qualcuno 24 ore al giorno. Già a gennaio ci è stata comunicata una drastica riduzione delle ore (appena 12 settimanali), una cosa assurda». Si tratta della necessaria assistenza domiciliare affidata alle cooperative nell’ambito dei piani sociali di zona. Un servizio fondamentale, che si accompagna al sostegno durante le ore scolastiche. «Da tre mesi è completamente tutto bloccato e non sappiamo nulla sulla ripresa di questo servizio- dice la signora Rosita- Questo, aggiunto alla sospensione della didattica (mio figlio frequenta l’istituto senisese di Scienze Umane e davvero ne approfitto per ringraziare la dirigente e il suo insegnante) rende la nostra quotidianità ancora più difficoltosa. Mio figlio non ama i computer e in questo momento posso parlare tranquillamente al telefono con lei perché c’è mia madre con lui, visto che Pasquale non sopporta neanche i cellulari. È mio figlio, è speciale, è meraviglioso e grazie a lui ho imparato tante cose. Io vivo per lui, non faccio altro, non potrei. Mio marito lavora, mia madre non ce la farebbe e comunque Pasquale ha bisogno di attenzioni continue». Rosita si racconta, attraverso parole di coraggio e disperazione, di grande forza ma anche di rabbia.

«Ci sentiamo abbandonati- dice- mentre tutto piano piano riparte noi ancora non abbiamo risposte». È una guerriera, Rosita, che mette insieme tante parole, una dopo l’altra. «Le ore dell’assistenza domiciliare servono anche a questo: avere un attimo di serenità sapendo che mio figlio è affidato in buone mani. Chi non vive queste situazioni non può capirlo. Vorrei dire a chi può decidere, a chi programma queste cose, di vivere con noi anche solo un giorno. Scoprirà la bellezza dei nostri figli, ma anche che dietro a un calendario settimanale ci sono storie, bisogni, vite. E nessuno deve essere dimenticato».

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