POTENZA - La ripresa della produzione nello stabilimento di Melfi della Fca è «positiva» anche perché «metterà in moto tutta la filiera dell’indotto, che consentirà il rientro a lavoro delle maestranze di tutto il comprensorio industriale lucano», ma è necessario che il Governo «non faccia la parte dello spettatore non pagante ma anzi si attivi già da subito a sostegno della filiera dell’auto».
Così, in una nota congiunta, il coordinatore nazionale Fim-Cisl Automotive, Raffaele Apetino, e il segretario regionale della Fim-Cisl, Gerardo Evangelista.
La ripresa delle produzioni «rappresenta un tassello importante e necessario per i lavoratori di San Nicola di Melfi, fondamentale per la regione Basilicata ma anche per tutto il Mezzogiorno», hanno aggiunto, e ora è «necessario che la Regione Basilicata intervengano subito sul tema trasporti e soprattutto si assuma la responsabilità di garantire in tutta sicurezza il rientro di migliaia di lavoratori in fabbrica, perché non è possibile che negli autobus i lavoratori siano esposti al rischio contagio dopo che in Fca abbiamo condiviso e attuato un protocollo che prevede misure molto rigide a tutela dei lavoratori per evitare contagi da coronavirus».
Per il segretario regionale della Filt-Cgil, Rocco Pace, ci sono «seimila operai, più l’indotto - è scritto in una nota - che dovranno su tre turni raggiungere Melfi», ma «allo stato attuale nessuno sa come si svolgerà il sevizio e chi ne controllerà la regolarità": per questo motivo la Cgil ha chiesto "che la trattativa debba spostarsi sul tavolo prefettizio per definire punti importanti come la certezza del diritto per tutti alla mobilità e la sicurezza».