La Basilicata vanta (si fa per dire) il pericoloso primato di avere il 100% del territorio a pericolosità di frana da elevata a molto elevata. Eppure circa 95 milioni di euro finanziati attraverso i Patti per il Sud rischiano di andare persi, perché le procedure burocratiche sono ferme al palo e i lavori potrebbero non essere affidati entro il termine ultimo del maggio 2020. È quanto denunciato in una interrogazione urgente presentata ieri dal consigliere regionale di Italia Viva Luca Braia.
«Opere alcune già previste - denuncia Braia - di cui una parte anche finanziate e che non risultano ancora avviate nel loro iter amministrativo: è una grave responsabilità della quale si deve rendere conto la comunità lucana. Solo per la costa ionica trattasi di ben 7.6 milioni di euro per il tratto di mare di Scanzano e ben 9 milioni per il tratto di Metaponto/Bernalda». Si sta discutendo in Conferenza Stato-Regioni di una proroga al 31 dicembre 2021, considerando che il problema non riguarda solo la Basilicata, ma il rischio, soprattutto per quelle opere che non sono arrivate ancora neppure alla progettazione di massima, è che anche questa proroga non sia essere sufficiente.
Intanto, proprio in questi giorni, sono stati ripartiti i fondi del piano stralcio 2019. Per la Basilicata oltre 8 milioni di euro. Gli interventi più corposi, di poco più di un milione l’uno, riguardano i Comuni di Pietrapertosa e Castelmezzano. Gli altri interventi riguardano Cirigliano, Corleto Perticara, Maratea, Miglionico, Missanello, Palazzo San Gervasio, Roccanova, San Mauro Forte e Tito.
In proposito Braia, nella sua mozione, sollecita l’avvio degli interventi «per i quali abbiamo, come Regione Basilicata, dichiarato l’urgenza e la immediata cantierabilità e per cui è stato già liquidato il 60% delle risorse assegnate».
Braia ha ricordato che in base alla Delibera Cipe 64 dell’Agosto 2019 con cui è stato anticipato al 10 Aprile 2020 il termine ultimo per affidare i lavori, pena il definanziamento degli interventi, per i quali allo stato attuale nessuna procedura di gara è partita.
«Praticamente i lavori previsti dal Patto per il sud inferiori a 10 milioni di euro a oggi col DPCM in vigore, se non vengono appaltati entro maggio 2020 sono persi».
Di qui la sollecitazione al presidente della Giunta Regionale Bardi, che è il commissario per gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, a nominare al più presto il soggetto attuatore di tali interventi, oltre alla nomina e all’insediamento dell’Osservatorio coste, «previsto dalla norma del 2009 con funzione di continuo monitoraggio dell’evoluzione e misurazione delle azioni che si realizzano a tutela». Proprio in occasione della forte ondata di maltempo del 12 novembre scorso, tra l’altro, oltre alle aziende agricole del Metapontino, anche le aziende turistiche della costa sono state particolarmente colpite dalla violenza degli agenti atmosferici.
«Il nuovo corposo programma di mitigazione del rischio idrogeologico che questa Regione dovrà apprestarsi a conseguire - conclude Braia - è basato su risorse già disponibili, (Po Ambiente e relativo Addendum FSC 2014/2020, fondo progettazione, Patto Basilicata 2014/2020, risorse statali a valere sul piano stralcio 2019) di cui è accertata l’imputazione sul bilancio regionale per un totale complessivo di circa 140 milioni di euro. C’è un piano ed un elenco di criticità e opere da realizzare in Basilicata, inserite nella piattaforma Rendis del Ministero dell’Ambiente, che prevede interventi per più di mezzo miliardo di euro. Tocca al Presidente della Giunta Regionale che, per decisione del Governo Nazionale è anche il Commissario Straordinario del piano, gestire, organizzare e soprattutto avviare. Attendiamo che lo faccia, allora e attendiamo di sapere chi sta interloquendo con il governo nazionale e chi spinge per far sì che lo stesso governo finanzi le restanti opere».